Attualmente la valutazione funzionale del calciatore non ha ancora una descrizione univoca fra gli addetti ai lavori. Molti allenatori usano tecniche miste, utilizzando un test (classico, modificato o del tutto personale) per ogni grandezza atletica (rapidità, forza esplosiva ecc.); altri si rifanno a valutazioni solo atletiche, spesso utilizzate solo per porre soglie di idoneità: è a tutti noti il caso del calciatore Antonio Cassano messo a suo tempo fuori squadra dal Real Madrid perché aveva fallito la prova sui 3000 m (che dovevano essere corsi in 15′, un tempo da “pensionato”, oggettivamente parlando). Molti test sono francamente poco realistici in ambito calcistico. Mi ha per esempio sempre stupito come, per esempio, si usino test che misurano la propensione del calciatore a saltare in lungo (cosa che in partita non capita mai!) anziché test che misurano la sua propensione a saltare in alto! Analogamente test atletici su distanze da mezzofondista (1, 2 o 3 km) possono servire a fissare soglie minime di accettabilità (come nel sopracitato caso di Cassano), ma non sono certo l’optimum per una valutazione funzionale del calciatore a meno che non gli si voglia far vincere la finale olimpica dei 1500 m).
Anche le soluzioni più aderenti alla realtà calcistica non risolvono il problema perché, di fatto, non consentono che una valutazione approssimativa del calciatore e soprattutto non univoca e non comparabile in assoluto.
Scopo di questo articolo è proporre un test che sia pratico, oggettivo, univoco (fornisce un unico dato). Prima di descriverlo, vediamone e spieghiamone le caratteristiche fondamentali.
Valutazione funzionale del calciatore: il test di Albanesi
- Il test si fa con la palla – Da quanto detto nell’articolo sulla potenza metabolica del calciatore, è opportuno che anche i test siano svolti con la palla. Dei miei trascorsi di calcio e di basket mi resta l’impressione di come giocatori molto più scadenti di me, atleticamente parlando, arrivassero più freschi dopo una serie di dribbling e una galoppata di 40 m o dopo un coast to coast nel basket. Un qualunque test senza palla sarebbe stato molto fuorviante sulla reale funzionalità atletica in campo.
- Il test non deve essere psicologicamente massacrante – Un pesante test aerobico è mal sopportato dalla gran parte dei calciatori, per cui far svolgere un test di Cooper o simili sarebbe del tutto fuorviante.
- Il test non può consistere in una prova massimale – Il calciatore sa che in partita difficilmente c’è qualcosa di massimale, essendo gli sforzi maggiori ad alta intensità, ma comunque ripetuti e submassimali.
- Il test deve essere facile da realizzare – Ciò anche a scapito della precisione e della significatività; quanto più il test è complesso e diversificato tanto più può disorientare il preparatore che poi non è in grado di analizzare i dati raccolti. Questo punto è fondamentale per proporre il test nelle serie inferiori.
- Il test deve produrre un dato univoco – Il dato serve per confrontare la valutazione funzionale del calciatore, esattamente come accade in altri sport con il primato personale dell’atleta. Tale dato deve fare riferimento a una grandezza di uso comune (nel nostro caso il tempo), per poter capire le reali differenze fra i calciatori.
A commento finale di questi punti occorre rilevare che spesso si misura la qualità del preparatore dal numero di test che esegue non considerando che in letteratura ce ne sono decine e che uno sfoggio di cultura non sempre corrisponde a uno sfoggio di intelligenza pratica.
Descrizione del test
Il test necessita solo di sette birilli posti come in figura a distanza verticale e orizzontale di 10 m l’uno dall’altro.
Si svolge con queste modalità:
- Prima serie di 6 ripetizioni secondo il percorso AFBGC. Il giocatore, palla al piede, aggira i birilli (sia con il corpo sia con la palla) compiendo circa 50 m. Il recupero avviene sempre palla al piede rifacendo il percorso in senso inverso. Il calciatore ha 1’30” di tempo per tornare in A. Se vi arriva prima, aspetta lo scadere del minuto e mezzo prima di ripartire. Si acquisiscono i 6 tempi, t1,…, t6.
- Si recuperano in A 3′ da fermo.
- Seconda serie di 6 ripetizioni direttamente da A a E (40 m). Il recupero avviene sempre palla al piede rifacendo il percorso in senso inverso. Il calciatore ha 1′ di tempo per tornare in A. Se vi arriva prima, aspetta lo scadere del minuto e mezzo prima di ripartire. Si acquisiscono i 6 tempi, t7,…, t12.
- Alla fine si sommano i dodici tempi e si ha il tempo finale del calciatore sul test, tempo che, di fatto, è proporzionale alla sua predisposizione atletica al gioco del calcio per la parte di corsa (resta cioè esclusa la predisposizione allo stacco).