Il naginata do (pronuncia con la g dura, come in ghiaia) è un’arte marziale giapponese che consiste nell’apprendimento di tecniche di combattimento con il naginata, una particolare lancia che consiste essenzialmente nella lama di una sciabola montata alla fina di una lunga asta dritta di legno. Il nome di questa arte marziale significa “la via del naginata”. Spesso è usato solo il termine naginata, ma ciò è scorretto perché la parola naginata di per sé indica lo strumento e non l’arte marziale. È poi da considerarsi sbagliata anche la frequente descrizione del naginata come “alabarda giapponese”, dal momento che l’alabarda è un’arma tipicamente europea che consisteva nella lama simile a quella di una scure o di un’ascia montata su un’asta appuntita, mentre il naginata giapponese, come anticipato, ha una lama a forma di sciabola. A voler essere pedanti, un paragone più appropriato con un’arma nostrana sarebbe quello con il falcione. Nel naginata do, per potersi colpire in sicurezza, si utilizza uno strumento costituito da una finta lama realizzata con listelli di bambù (molto simile allo shinai del kendo, ma chiamata habu) montata su un’asta di legno. Per i kata si usano appositi strumenti completamente in legno che appunto ricalcano la forma del naginata.
Il naginata do, assieme con il kendo, lo iaido e il jodo è regolamentato ufficialmente dalla All Japan Kendo Federation e dalle sue declinazioni nazionali nei diversi Paesi del mondo.
Abbigliamento
L’abbigliamento nel naginata do è identico al vestiario essenziale del kendo, è ovvero costituito dal gi (una casacca a maniche lunghe) e dall’hakama (pantaloni le cui gambe sono molto ampie, tanto da sembrare una tunica). L’hakama si allaccia sopra al gi, mediante specifici lacci. Entrambi questi indumenti sono tradizionalmente di colore blu scuro nel kendo, ma nel naginata do sono più spesso usate divise di colore bianco. Dal momento che il naginata do contempla sia l’esecuzione di kata che di combattimento, questa disciplina è l’unica altra delle quattro discipline citate prima, assieme al kendo, a essere praticata anche con una specifica corazza protettiva, il bogu. Il bogu consiste in un apposito elmo che protegge integralmente la testa, la gola e le spalle (men), guantoni imbottiti che proteggono mani e avambracci (cotè), un corpetto che protegge il torso e i fianchi (do), e un cinturone con delle larghe placche imbottite che protegge le cosce e i genitali (tarè). Inoltre, dal momento che nel naginata sono contemplati anche colpi alle gambe, sono impiegati anche appositi schinieri protettivi (ovvero dei paratibie, chiamati sune-ate).
Il naginata ha una lunghezza da 2,10 m a 2,25 m, e la parte in bambù può essere sostituita qualora vada incontro a danneggiamento in seguito ai continui impatti a cui va incontro.

Tre tipi di armi giapponesi: katana, sai e naginata
Naginata do – Tecnica
Il naginata è impugnato con due mani e prevede l’esecuzione di fendenti alla testa (men), ai polsi (cote) e al busto (do). Una specificità del naginata do è invece la possibilità di colpire alle tibie, ovvero di eseguire una falciata (questo colpo prende il nome di sune), ma anche la possibilità di girare l’arma ed eseguire affondi con la parte inferiore del manico, dove probabilmente nell’arma reale era presente una punta acuminata. Sono ovviamente anche possibili le tecniche di blocco, anche se in linea di massima l’obiettivo di questo gruppo di arti marziali, nelle quali non ci si fa del male, è quello di sviluppare l’attitudine a sfruttare il momento di attacco avversario, piuttosto che non quello di bloccare i colpi rendendo statico e difensivo lo scontro.
La guardia nel naginata do risulta più larga che non nel kendo, e aperta lateralmente con l’anca, proprio in relazione alle dimensioni dell’attrezzo. Tale disciplina è, per gli stessi motivi, anche meno agile e più statica rispetto al maneggiare la spada.
Un aspetto interessante del naginata do è quello per cui tradizionalmente tale arma era spesso utilizzata da donne. Tuttora il naginata do ha un’alta percentuale di praticanti di sesso femminile, anche se è difficile indicare dei numeri precisi.
Naginata do – Allenamento
L’allenamento nel naginata do prevede sia l’esecuzione di kata (ovvero sequenze precodificate di tecniche ad elevato valore didattico eseguite in coppia), che la parte di combattimento con il bogu. Tale parte si compone di una fase propedeutica di allenamento dei fondamentali a cui segue generalmente una parte di esercizi più impegnativi e articolati. Il combattimento vero e proprio (combattimento libero) è tendenzialmente sempre lasciato nella parte finale dell’allenamento.
Ovviamente è contemplata anche la possibilità di gareggiare, attraverso l’esecuzione di kata oppure di incontri che sono vinti dal primo praticante che riesce a conseguire due ippon, ovvero colpi validi, oppure che risulta in vantaggio allo scadere del tempo stabilito per l’incontro (generalmente tre o cinque minuti), similmente al regolamento in essere nel kendo (si veda lo specifico articolo).
Esiste anche l’interessante possibilità di effettuare incontri misti fra praticanti di kendo (che usano una spada di bambù) e naginata do, vista la complementarità di protezioni, regolamento, impostazione ecc. Ovviamente il praticante di naginata do risulterà avvantaggiato sulla lunga distanza, ma svantaggiato (a causa dell’impaccio fisico dato dalla dimensione dell’attrezzo) a corto raggio.

Samurai con naginata
Gradi
Come per il kendo e le altre discipline incluse nella All Japan Kendo Federation, il naginata do prevede un sistema di gradi che vanno dal sesto kyu al primo per i principianti, e poi dal primo dan all’ottavo per i praticanti esperti. I gradi possono essere conseguiti mediante il superamento di specifici esami. Nel naginata do non si indossano cinture colorate per dimostrare il proprio grado.
Naginata do – I video
Kata
Combattimento