La muay thai è una nota arte marziale a mani nude di origini tailandesi. È anche nota come thai boxe o boxe tailandese. Tuttavia, sebbene la muay thai possa richiamare di primo acchito la boxe per il fatto che anche questa disciplina si svolge mediante incontri che si tengono su un ring con appositi guantoni, queste due attività in realtà sono molto diverse. In particolare, dal punto di vista tecnico la principale differenza è che la muay thai prevede la possibilità di colpirsi anche mediante calci, gomitate e ginocchiate. In virtù di questa caratteristica la muay thai è anche nota con la pittoresca locuzione di “disciplina degli otto arti”. La muay thai non è una disciplina olimpica, anche se, a onor del vero, è stata già riconosciuta dal Comitato olimpico internazionale, e per questo potrebbe fare in futuro la sua comparsa nei Giochi olimpici.
Muay thai – Tecniche
Come anticipato la muay thai rappresenta una forma di combattimento praticata nella sua forma odierna principalmente in scontri che hanno delle somiglianze con quelli che si disputano nel contesto della boxe. In particolare, due combattenti si confrontano su un ring per certo numero di round (tipicamente da tre a cinque), nel tentativo di indurre l’avversario ad arrendersi o metterlo KO attraverso l’esecuzione di specifiche tecniche consentite dal regolamento. La principale differenza con la boxe consiste proprio nel maggior ventaglio di tecniche permesse in questa disciplina. Sono infatti consentiti:
- Pugni (chok)
- Gomitate e colpi con l’avambraccio (sok)
- Calci (te)
- Ginocchiate (ti kao).
Le gomitate sono fra i colpi più caratteristici di questa disciplina. Ne esistono numerosissime varianti, secondo svariate traiettorie.
Anche le ginocchiate sono molto peculiari di questo sistema di combattimento e sono tipicamente portate dalla posizione di clinch, ovvero una situazione di corpo a corpo nel quale, dalla posizione eretta, si afferra saldamente la parte superiore del corpo dell’avversario per immobilizzarlo (il nome tradizionale di questa tecnica è chap kho). La possibilità di afferrare l’avversario durante gli scontri rappresenta un’altra importante differenza rispetto alla boxe occidentale.
È comunque sempre proibito colpire sulla nuca, sulla gola, sulla colonna vertebrale o sui genitali.
Tutte queste tecniche sono portate da posizioni di guardia immediatamente distinguibili da quelle della boxe. I praticanti di muay thai, infatti, assumono una posizione di guardia piuttosto alta, con le braccia a protezione della testa piuttosto elevate e le ginocchia appena flesse. Questa impostazione è funzionale all’esecuzione di calci e gomitate, tecniche che sono usate in misura superiore rispetto ai pugni.

Combattenti di muay thai in allenamento
Abbigliamento e danza rituale
La muay thai non prevede una divisa specifica come nel caso di arti marziali giapponesi come il karate, ma è invece praticata semplicemente con pantaloncini corti, spesso dai colori molto vistosi.
Negli incontri professionistici le uniche protezioni sono rappresentate dai guantoni, dal paradenti e dalla conchiglia per la protezione dei genitali. Nelle forme di pratica più soft possono anche essere impiegati parastinchi, protezioni per il tronco e caschetti per la testa.
Un aspetto molto interessante di questa disciplina, che ne richiama gli aspetti più tradizionali, è la presenza di alcuni elementi di carattere rituale.
Il praticante di muay thai prima di iniziare ogni incontro indossa infatti un abbigliamento caratteristico. In particolare, sono indossati degli ornamenti costituiti da tessuto intrecciato: una sorta di fascia da tenere attorno alla testa (chiamata mongkhon) e dei bracciali da legarsi sulle braccia, appena sotto alle spalle. Tali ornamenti avevano in origine una valenza spirituale e di buon auspicio. Tendenzialmente erano preparati dal maestro e donati all’allievo quando egli era ritenuto sufficientemente preparato da affrontare un vero combattimento e rappresentare quindi la palestra.
Inoltre, i praticanti di muay thai spesso eseguono una danza rituale prima di cominciare combattere, nota come ram muay. Durante questa attività i praticanti si inchinano inizialmente in segno di rispetto e successivamente compiono una serie di movimenti ritmici e caratteristici, che nei contesti più importanti e ufficiali sono accompagnati dalla musica prodotta da una piccola orchestra. Pare che questa usanza sia andata consolidandosi sia per fini propiziatori e scaramantici, sia come forma di riscaldamento e preparazione mentale al combattimento.
Muay thai – Allenamento
L’allenamento della muay thai è un altro aspetto che avvicina questa arte marziale alla boxe, probabilmente in ragione del suo orientamento allo scontro sul ring.
L’allenamento tipico prevede infatti una notevole preparazione atletica basata sul condizionamento fisico per migliorare potenza e resistenza. È frequente il ricorso a corsa, salto della corda ed esercizi a corpo libero in varie modalità e intensità. Segue generalmente lo studio delle tecniche che possono essere provate singolarmente davanti allo specchio, allenate sul sacco oppure su specifici attrezzi, i pao, che consistono in larghe protezioni imbottite che sono tenute dall’allenatore o un compagno e consentono a chi esegue le tecniche di studiare e allenarsi a colpire.
Parte integrante dell’allenamento nella muay thai è anche lo sparring, ovvero una forma di combattimento di studio in cui i due praticanti provano in modo controllato l’esecuzione delle tecniche. Molto risalto è dato inoltre all’esecuzione dello stretching, fondamentale all’esecuzione di calci efficaci.
Per gli agonisti si effettuano anche prove di incontro o veri e propri incontri di allenamento.

Allenamento per la pratica della muay thai
Gradi
Sebbene non siano contemplati gradi nella disciplina originale, un sistema a livelli è stato modernamente introdotto anche nella muay thai. Tale sistema a livelli si compone di 15 gradi, chiamati kan, tutti attribuiti in ordine crescente. Dal decimo kan si è riconosciuti come istruttori. Per conseguire il grado successivo è necessario superare una prova tecnica, a eccezione degli ultimi due gradi che invece sono attribuiti ad honorem e prendono il nome di maestro e gran maestro. Non esistono cinture, ma i corsi che hanno accettato questo sistema di livelli possono impiegare colori diversi per i bracciali ornamentali. Si va dal bianco per il primo kan al rosso per il decimo. Gli ultimi due livelli prevedono bracciali ornamentali argentati e poi dorati.
Competizioni
Le competizioni di muay thai sono molto sviluppate e presenti a livello internazionale. Le competizioni ufficiali si rifanno al regolamento del World muay thai council. Tale regolamento prevede che i combattenti abbiano almeno 15 anni (in Thailandia spesso si inizia a praticare la muay thai già da bambini) e pesino almeno 45 kg. Similmente ad altri sport di combattimento, esistono delle categorie di peso. Nel caso della muay thai sono complessivamente una ventina, dai pesi mosca fino ad arrivare ai pesi supermassimi, oltre i 95 kg.
Proprio dal momento che le categorie sono molto numerose, a volte è sufficiente perdere pochi etti per passare alla categoria inferiore e purtroppo questo favorisce l’assunzione di pratiche decisamente poco salutistiche per poter rientrare nella categoria di peso inferiore (per esempio forzandosi a non bere).
Per quanto concerne il peso, il regolamento ufficiale prevede che non vi siano più di 2,3 kg di differenza fra i due avversari.
I praticanti sono ovviamente anche distinti per sesso e occorre constatare che la percentuale di praticanti di sesso femminile di muay thai è significativa.
I combattenti devono poi indossare guantoni omologati, pantaloncini di appropriata lunghezza, paradenti e conchiglia per i genitali.
Gli incontri si svolgono su cinque round da tre minuti intervallati da due minuti di pausa e la vittoria può essere conseguita per:
- KO, ovvero se si riesce a colpire l’avversario in modo sufficientemente efficace da metterlo al tappeto.
- KO tecnico o TKO, che consiste nella decisione dell’arbitro di sospendere l’incontro in quanto ritiene che uno dei due contendenti non sia più nella condizione di poter continuare in sicurezza l’incontro, a prescindere dalla sua volontà di proseguire.
- Abbandono dell’avversario che si arrende.
- Punti.
Alla fine di ogni round, infatti, i giudici decretano chi ha prevalso e gli assegnano dieci punti. Al perdente sono invece assegnati da un massimo di nove ad un minimo di sette punti, a seconda di quanto si ritiene che sia risultato in inferiorità. Se entrambi i combattenti si sono battuti bene è anche prevista l’assegnazione di un pareggio, conferendo dieci punti ciascuno. L’assunzione di comportamenti scorretti determina l’assegnazione di un’ammonizione, con decurtazione di un punto dal proprio punteggio. Se alla fine del match nessuno de due avversari è finito al tappeto o si è ritirato, si assegna la vittoria a colui che ha ottenuto complessivamente più punti.

La muay thai è nota anche come thai boxe
Muay thai – Commento critico
La muay thai è un’arte marziale molto vicina agli odierni sport di combattimento (kick boxing, MMA ecc.) in cui il contatto pieno con l’avversario rappresenta una componente imprescindibile della pratica. L’allenamento nella muay thai è certamente completo, andando dalla resistenza alla flessibilità, e tendenzialmente molto intenso, a differenza di altre arti marziali in cui purtroppo non è infrequente che il praticante sia lontano dalla forma fisica ideale in relazione ad un approccio troppo blando alla stessa (come frequenza e intensità degli allenamenti).
Il contraltare di questi benefici è tuttavia legato all’orientamento della disciplina verso la dimensione di scontro in cui banalmente i colpi, molto diretti, possono favorire la comparsa di infortuni traumatici. Inoltre, anche se ovviamente non si può fare di tutta l’erba un fascio, sono ancora molto diffuse in questo ambito pratiche poco salutari legate alle strategie per la perdita di peso prima degli incontri (per consentire al praticante di rientrare nella categorie di peso inferiore, magari mediamente più bassi, per averne un vantaggio tecnico), oppure a forme di allenamento eccessivamente spinte e ingiustificate in un’ottica di benessere complessivo (per esempio la pratica di colpirsi sulle tibie con l’idea di rinforzarle e abituarsi al contatto).
Alla luce di questi aspetti, il consiglio per chi vuole praticare questa disciplina in funzione dei benefici certamente possibili con queste tipologie di allenamento è quello di rivolgersi a corsi più orientati a una visione sportiva in cui, per esempio, il combattimento è presente, ma gestito in modo più controllato e sono adottate protezioni supplementari (caschetto e parastinchi). Per i bambini, che possono più facilmente lasciarsi prendere dalla dimensione aggressiva della pratica o, al contrario, subirla, si consiglia di orientarsi a discipline di contatto aventi una dimensione pedagogica maggiormente sviluppata, per esempio il judo.