L’MMA è un recente sport di combattimento, il termine è l’acronimo di Mixed Martial Arts (arti marziali miste). Tale disciplina consiste nello scontro fra due combattenti a mani nude che possono impiegare il più ampio ventaglio possibile di tecniche, attingendo dal repertorio di svariate arti marziali. Il termine indica infatti l’evoluzione degli incontri in cui si battevano praticanti di arti marziali diverse per verificare quale tipologia prevalesse. Nell’MMA sono quindi consentiti calci, pugni, gomitate, ginocchiate, prese, leve articolari e tecniche di lotta a terra. Fra le discipline che sono risultate essere le più efficaci in questo contesto vi sono principalmente tecniche di lotta (in piedi e a terra) quali il judo, il brazilian jiu-jitsu, il grappling e la lotta a stile libero, ma anche ovviamente tecniche di combattimento in piedi quali pugilato, kickboxing, karate e taekwondo. L’MMA è divenuto via via più famoso negli ultimi anni, in particolare grazie al contributo della televisione che ha fortemente contribuito alla sua diffusione.
MMA – Abbigliamento
L’abbigliamento consiste semplicemente in pantaloncini corti e larghi, che consentono la massima libertà di movimento. Le donne indossano pantaloncini e un top sportivo. A tale abbigliamento si aggiungono le protezioni, che consistono in guantoni con le dita aperte (per consentire le prese), paradenti e protezioni per i genitali. Per le donne si aggiunge anche una protezione per il seno. In alcune versioni di incontri più light sono anche previsti parastinchi e caschetto protettivo per il viso.
Tecniche
Come accennato, è possibile impiegare pressoché qualsiasi tipo di tecnica di colpo e di lotta. Sono quindi possibili pugni, calci, gomitate, ginocchiate, afferramenti, spazzate, proiezioni, leve articolari, strangolamenti ecc. Non è invece possibile usare testate, mordere o sputare, tirare i capelli, colpire agli occhi, colpire i genitali, torcere le dita, calciare alla testa un avversario a terra, colpire sulla colonna vertebrale nonché scagliare l’avversario al di fuori dell’area di gara.
Gabbia
Gli incontri di MMA sono generalmente disputati non sul ring, bensì all’interno di una specifica area di gara spesso indicata come “gabbia” in funzione del fatto che è recintata non da corde, ma da un’alta rete (metallica o di materiale elastico) sorretta da pali. La forma della gabbia è generalmente ottagonale, ma sono possibili anche altre forme, per esempio quella quadrata o quella circolare. L’utilizzo della rete è legato a ragioni di sicurezza, dal momento che durante le proiezioni esiste il rischio di cadere fuori dall’area di gara che spesso è sopraelevata. In altri casi si usa un vero e proprio ring, identico a quello della boxe. In sostanza esiste un’ampia variabilità nelle forme e nelle dimensioni delle aree di gara impiegate nell’MMA.

Gli incontri di MMA sono generalmente disputati all’interno di un’area nota come “gabbia”
MMA – Allenamento
L’allenamento per l’MMA è necessariamente completo e richiede molto tempo, dato l’enorme bagaglio tecnico insito nella pratica, anche se va da sé che ogni praticante ha un suo sfondo marziale particolare e specifico e in questo risiede sicuramente un elemento interessante di questa disciplina, nata proprio per valutare la reale efficacia delle diverse arti marziali a mani nude.
Generalmente l’allenamento nell’MMA prevede una metà del tempo dedicata al condizionamento atletico, una parte di lavoro dedicata alla flessibilità e una allo studio delle tecniche di combattimento.
È comunque difficile dare indicazioni generali perché ovviamente le possibilità di allenamento sono svariate: esecuzione ripetuta di specifiche sequenze e colpi o High Intensity Training, lotta con sparring a terra, lavoro al sacco, sparring in piedi ecc.
Gli allenamenti sono comunque generalmente molto intensi.
MMA – Incontri
Nel 2009 vennero sancite, negli Stati Uniti, le regole unificate delle arti marziali miste. Tali regole, frequentemente prese a riferimento per l’organizzazione degli incontri, prevedono da tre a cinque round. di cinque minuti intervallati da un minuto di pausa. Gli incontri con cinque round sono generalmente quelli validi per l’ottenimento di vittorie importanti, per esempio in cui è in palio qualche titolo. I praticanti indossano solo un paio di pantaloncini omologati (nel caso degli uomini e un paio di pantaloncini e un top omologati nel caso delle donne), guantoni leggeri che permettano le prese, paradenti e protezioni per i genitali. A ogni incontro è presente una giuria composta da tre arbitri che assegnano dei punteggi alle tecniche valide eseguite dai due combattenti. Se alla fine di un round nessuno dei due contendenti ha messo KO l’avversario o lo ha costretto ad arrendersi con una leva ecc., allora gli arbitri si confrontano e assegnano 10 punti al combattente che ha prevalso durante l’incontro e un punteggio massimo di 9 punti all’altro (10 punti a entrambi in caso di parità). Se uno dei due commette qualche penalità allora il suo punteggio verrà decurtato di alcuni punti, oppure, se l’infrazione è grave (per esempio un colpo non valido che ha causato un infortunio oggettivo nell’avversario) il combattente sarà squalificato.
Un incontro può essere quindi vinto in diverse modalità:
- KO, ovvero quando si mette al tappeto un avversario mediante l’esecuzione di tecniche valide
- Sottomissione, ovvero quando si riesce a eseguire una presa o una leva articolare tale da causare la resa dell’avversario.
- Ai punti. Quando le precedenti condizioni non sono verificate si attribuisce la vittoria al combattente che ha acquisito il numero maggiore di punti.
Oltre a queste condizioni, è possibile vincere anche se uno dei due avversari è squalificato dagli arbitri per condotta antisportiva o per l’esecuzione di tecniche proibite, oppure se il medico di gara dichiara che uno dei due combattenti deve fermarsi per ragioni di sicurezza, anche contro la sua volontà
Gli incontri sono divisi per sesso e categorie di peso. Le categorie di peso vanno da meno di 47,6 kg a 65,8 kg per le femmine e da meno di 52,2 kg a oltre 120 kg per i maschi. A ogni incontro è presente almeno un medico che ha facoltà di fermare un incontro per esaminare le condizioni di un combattente e se necessario dichiararlo impossibilitato a proseguire il combattimento. Per i combattenti è inoltre obbligatorio prestarsi a un controllo medico generale alla fine di ogni incontro disputato.
A queste regole, valide attualmente per la maggior parte delle competizioni ufficiali di MMA, se ne affiancano anche altre, in relazione all’organizzazione che promuove l’evento. Alcuni regolamenti, per esempio il regolamento ONE Championship è più permissivo (per esempio consente alcuni colpi alla testa di un avversario a terra). In altri casi invece, per gli incontri di MMA non professionisti, esistono anche regolamenti “light contact” che invece prevedono protezioni aggiuntive (caschetto, paratibie e protezione per il seno) e nei quali si può vincere solo per punti e non per KO.
Sviluppo
L’MMA si è sviluppata solo recentemente, a partire dagli anni ’70. Non è facile definire quali siano esattamente le sue origini perché incontri fra praticanti di arti marziali diverse sono stati organizzati in diversi contesti. Va per esempio citato il pancrazio degli antichi Giochi olimpici della Grecia, ovvero una competizione nella quale due atleti si dovevano confrontare fino alla sottomissione dell’avversario avvalendosi di qualsiasi tecnica di lotta o pugilato. Più modernamente, anche la kickboxing nacque in parte come disciplina avente fra i suoi obiettivi quello di consentire il combattimento fra atleti provenienti da diverse arti marziali, ma si è focalizzata pressoché esclusivamente sul combattimento a distanza, mentre nell’MMA prevale generalmente la fase di lotta. Uno sviluppo più probabile è da far risalire ai fratelli Gracie, gli “inventori” del Brazilian jiu-jitsu. Essi, infatti, diedero inizio a una tradizione di scontri fra praticanti di arti marziali diverse in Brasile, definiti con l’indicativo nome di “vale tudo”, dal momento che in effetti era consentito eseguire pressoché qualsiasi tecnica per sconfiggere l’avversario. Furono proprio dei membri della famiglia Gracie a promuovere la nascita ufficiale di eventi di MMA negli Stati Uniti negli anni ’90.
Sicurezza
La sicurezza della pratica nel professionismo, nonostante la presenza del medico di gara e delle altre figure che supervisionano l’incontro, non può dirsi elevata quanto quella di sport da combattimento meno estremi (anche se secondo alcuni la percentuale di infortuni si avvicina a quella di sport come il rugby). Al di là delle frequenti tendiniti e contusioni (del resto non si usano protezioni), problemi di sicurezza riguardano anche fratture e infortuni maggiori, generalmente a seguito di perdita per KO. Un’altra spiacevole forma di danno collaterale riguarda lo sviluppo del cosiddetto “orecchio a cavolfiore” (tecnicamente otoematoma), ovvero una deformazione delle cartilagini del padiglione auricolare frequentemente determinata dai continui traumi durante le fasi di lotta a terra eseguita senza protezioni (che invece sono più frequentemente impiegate nella lotta e nel grappling).

Gli incontri di MMA possono risultare particolarmente violenti
Commento critico
Moltissimi praticanti di arti marziali arrivano ad un certo punto a chiedersi quale sia la forma di combattimento più efficace e se sarebbero in grado di difendersi in contesti di reale pericolo fisico ecc. È forse anche naturale per chi pratica un’arte marziale in modo sincero la volontà di studiare dinamiche di combattimento reali. Tuttavia, l’MMA spesso promuove, in maniera neanche tanto nascosta, la violenza (anche se non criminale dal momento che è inserita all’interno di un regolamento): si può girarci attorno finché si vuole, ma il prendere a pugni in faccia un avversario sul quale si è montato per sottometterlo, difficilmente può essere considerato come un’attività che possa sposarsi con reali valori etici sportivi. Un esempio di come in questo mondo i valori sportivi possano venire distorti e svincolati completamente dal concetto di benessere è legato al fatto che nell’MMA alcuni esaltano lo sviluppo delle orecchie a cavolfiore descritte nel paragrafo precedente come se fossero una “medaglia”, o comunque un segno di valore personale da guardare con rispetto (e invece appare solo stupido non usare protezioni).
Inoltre, a voler essere onesti, checché se ne possa dire, esiste sempre un limite che allontana dal combattimento reale. Nell’MMA, per esempio, non si considerano le armi, ed è implicito che anche il campione mondiale di MMA, anche prima di doversi ritirare probabilmente malconcio dalle scene a fine carriera, sarà comunque facilmente sconfitto da un qualsiasi avversario armato con una moderna arma da fuoco. Considerando il tema del combattimento reale, si può riflettere sulle posizioni di una figura sicuramente considerata centrale nel mondo delle arti marziali, ovvero Bruce Lee. Egli aveva lavorato intensamente allo sviluppo di un metodo di combattimento ibrido ed estremamente personalizzato (il JKD) volto proprio alla ricerca della massima efficacia. Forse più coerentemente, il JKD non prevedeva competizioni, dal momento che secondo Bruce Lee qualsiasi contesto sportivo si allontana dalla realtà in quanto necessita (giustamente) di regole, arbitri e giudici.
Per chi fosse interessato all’MMA come arte marziale completa e per l’intenso allenamento fisico si segnala quantomeno l’esistenza di forme di forme di combattimento dall’ampio ventaglio tecnico più soft e gestibili, come il Fighting Systems (vedi articolo sul jiu-jitsu).