Il kyudo è un’arte marziale giapponese il cui nome significa “via dell’arco”. Il kyudo è infatti una forma di tiro con l’arco basata sull’utilizzo dell’arco tradizionale giapponese, lo yumi. Quest’arco è particolare per il fatto di essere molto grande. Pesa, infatti, più di 10 kg ed è alto da un minimo di 2,12 m, per i praticanti più bassi, fino a quasi 2,5 m per i più alti. Oltre alla grandezza, un’altra caratteristica tipica di quest’arma è rappresentata dal fatto che è asimmetrica: l’impugnatura non è infatti posta a metà della sua lunghezza, bensì nel terzo inferiore, cosicché la parte più lunga dell’arco è rivolta verso l’alto. Il kyudo si pratica generalmente cercando di colpire un bersaglio di paglia. La tipologia di bersaglio più usata consiste in un bersaglio circolare, avente un diametro di 36 cm, posto a ventotto metri di distanza. Tradizionalmente però esistono però anche bersagli più grandi, aventi un diametro di più di 1,5 m, che sono posizionati a sessanta metri. Le frecce utilizzate, chiamate ya, in molti casi sono tuttora realizzate a mano con legno di bambù raddrizzato e levigato. Le frecce sono corredate nella parte finale da tre piume, che servono a stabilizzare il volo freccia, facendo sì che essa ruoti sul suo asse centrale. Un aspetto curioso è che a seconda del loro posizionamento le piume faranno ruotare la freccia in senso orario o antiorario: tradizionalmente si dovrebbe alternare il tiro di una freccia che ruota in senso orario e l’altra che ruota in senso antiorario.
Luogo di pratica
Il kyudo in Giappone si pratica in specifici edifici, che, come in molte altre arti marziali, sono indicati col termine dojo. Nel dojo gli arcieri si posizionano in un locale avente un alto soffitto e un pavimento in legno, aperto da un lato su prato in fondo al quale, a 28 metri di distanza, si affaccia un altro locale dove sono situati i bersagli, similmente a un poligono di tiro. In altri Paesi, come l’Italia, il kyudo è praticato in spazi aperti appositamente adibiti alla pratica.

Bersagli per la pratica del kyudo
Kyudo – Abbigliamento
Il praticante del kyudo (il kyudoka) indossa una tenuta specifica, chiamata nel suo complesso kyudogi. Essa si compone di tre elementi principali, l’hakama, il gi e l’obi. L’hakama consiste in un paio di larghi pantaloni, generalmente neri, aventi delle gambe molto larghe e recanti delle specifiche ripiegature. L’hakama è l’indumento impiegato anche in altre arti marziali giapponesi fra cui il kendo e l’aikido. Il gi invece è la casacca che veste la parte superiore del corpo. Si tratta dello stesso indumento impiegato nel karate. Generalmente è bianco. L’obi è invece una cintura che tiene stretto in vita il gi. Si indossa sotto l’hakama.
Nel caso di esami per i passaggi di grado o cerimonie spesso è anche usato un wafuku, ovvero una sopravveste nera e leggera, che presenta lunghe maniche pendenti.
Spesso è consentito di sfilare il braccio sinistro dagli indumenti, scoprendo fino alla spalla per consentire maggiore libertà di movimento.
Gli arcieri che praticano il kyudo indossano come protezione un particolare guanto rinforzato sulla mano destra, quella con cui si tende l’arco, che prende il nome di yugake. La mano sinistra, che regge l’arco, è invece generalmente libera, con la parte della freccia appena dietro alla punta appoggiata sull’incavo fra pollice e indice. Tuttavia, in alcuni casi è comunque possibile adottare una protezione leggera anche per la mano sinistra. Le donne generalmente indossano anche una protezione per il seno, chiamata muneate, che consiste in una semplice piastra di cuoio o plastica.
Kyudo – Tecniche
In realtà il titolo di questo paragrafo avrebbe potuto essere al singolare, dal momento che la pressoché unica tecnica contemplata dal kyudo consiste nello scagliare la freccia. Non si deve però dare per scontata questa disciplina, che ha infatti codificato in modo molto minuzioso la tecnica necessaria a questo gesto. Basandosi sulle direttive della All Japan Kyudo Federation, la tecnica da usare consiste in otto passaggi (shaho hassetsu). Il primo passaggio descrive la modalità con la quale posizionare correttamente i piedi, si prosegue per tutte le fasi successive fino all’ultima che descrive l’atteggiamento da tenere una volta che la freccia è stata scoccata.

Kyudoka in allenamento
Gradi
Nel kyudo si utilizza il sistema di gradi dei kyu e dei dan. I primi gradi vanno a scalare dal quinto al primo kyu. Dopodiché inizia il sistema dei dan, che ha invece numerazione inversa e va dal primo al decimo. Nel kyudo non è previsto l’utilizzo di cinture colorate.
Competizioni
Il kyudo prevede competizioni in cui ci si confronta con altri tre arcieri. Occorre scoccare a turno una freccia al proprio bersaglio, fino a che tutti non ne hanno scoccate un numero uguale (generalmente quattro), per poi verificare chi ha centrato più volte l’obiettivo.
Kyudo – Caratteristiche
Un aspetto interessante del kyudo è il principio per cui una freccia scoccata nella maniera corretta troverà naturalmente il bersaglio. In questo senso, l’azione di tiro è trasformata in un atto di concentrazione, riflessione e studio, spesso legato alla filosofia zen.
Un aspetto interessante è legato all’impugnatura asimmetrica dell’arco. Esistono diverse ipotesi circa le ragioni che hanno portato a sviluppare questa forma dello yumi. Una di queste ipotesi si rifà alla necessità di poter usare l’arco anche nella posizione di seiza, seduti sui talloni. Esiste però anche un’altra ipotesi, legata a caratteristiche fisiche. Una volta rilasciata la corda dell’arco, infatti, la parte in legno inizia a vibrare, similmente alla corda di una chitarra. Il punto centrale dell’arco è un punto dove la vibrazione risulta maggiore, mentre in punti più esterni esistono dei “nodi” in cui invece le vibrazioni sono minori e consentono un’impugnatura più stabile.