Quello della sicurezza alla guida della bici da corsa è un tema estremamente attuale e di notevole importanza. Statistiche recenti, infatti, indicano come l’Italia sia il terzo Paese in Europa per numero di morti in bicicletta ogni anno, dopo Germania e Polonia. Ovviamente non tutte le vittime della strada sulle due ruote sono appassionati in sella alle loro bici da corsa su tratti extraurbani. A prescindere dalla realtà esatta dei dati, prendersi cura della propria sicurezza e di quella degli altri frequentatori della strada è un atto di responsabilità che non può essere evitato, oltre a essere regolamentato per legge. Chi circola in strada con la sua bici da corsa deve essere consapevole di una serie di obblighi che lo riguardano, come per esempio quello di montare un segnalatore acustico, cioè un bel campanello, sul suo mezzo a due ruote. Il rispetto della legge, ma anche ovviamente la tutela propria e degli altri, ci impongono dunque il campanello, costringendoci a subire il drammatico… aumento di peso della bicicletta di qualche manciata di grammi o il terribile danno d’immagine arrecato al design della bici da un oggetto che misura qualche centimetro! Scherzi a parte, è importante acquisire una mentalità corretta e moderna e agire per la massima sicurezza e la massima efficienza, mettendo in secondo piano discutibili velleità modaiole: le mode passano, cerchiamo di non fare… passare la salute.

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L’efficienza della bici da corsa
La prima e più banale indicazione è quella di curare in modo ottimale lo stato di manutenzione e l’efficienza della bici da corsa. Senza diventare maniacali, ogni volta che si esce si deve dare un’occhiata al proprio mezzo per verificare che non ci siano problemi a ruote, catena, cambio ecc. Inoltre si devono effettuare periodicamente normali interventi di pulizia e manutenzione. Si presti particolare attenzione in caso di urti o incidenti: i componenti coinvolti vanno esaminati attentamente per evitare brutte sorprese durante le uscite successive.
Il codice della strada
Il rispetto delle normative che regolano la circolazione del ciclista sulle strade è un altro elemento di fondamentale importanza per la propria sicurezza e quella altrui. I ciclisti, assieme ai pedoni, sono infatti gli elementi più deboli fra chi circola per strada e devono prestare la massima attenzione mentre circolano. Un urto insignificante per un autoveicolo può, infatti, avere conseguenze anche molto gravi per il ciclista.
Aldilà dell’ovvia necessità di conoscere il significato della segnaletica verticale e di quella orizzontale (e di rispettarle!), ricordiamo qui alcune delle cose che i ciclisti non possono fare e alcune di quelle che devono fare:
- Non si possono utilizzare le cuffiette per ascoltare la musica (al massimo si può usare un solo auricolare).
- Non si può procedere affiancati sulla carreggiata; se la carreggiata è abbastanza larga si può procedere affiancati, ma comunque mai in numero superiore a due.
- Non si può utilizzare il cellulare tenendolo in mano: si deve usare l’auricolare.
- Non è possibile circolare nei percorsi pedonali (cartello tondo blu con la sola figura del pedone), mentre è possibile farlo nelle aree pedonali (cartello bianco quadrato con all’interno il simbolo tondo blu con la figura del pedone).
- Non si può circolare sui marciapiedi: sono destinati ai pedoni.
- Si devono montare sulla bici da corsa campanello e catadiottri (rosso dietro, arancioni sulle ruote, gialli sui pedali).
- Si deve indossare il giubbino riflettente oppure altri indumenti analoghi: sempre quando si transita in galleria, da mezz’ora dopo il tramonto a mezz’ora prima dell’alba fuori dai centri urbani.
- Si devono accendere le luci di posizione negli stessi orari previsti per gli indumenti riflettenti.
- Si deve sempre reggere il manubrio almeno con una mano.
Le piste ciclabili
Le modifiche al C.d.S. hanno creato un problema a pochi noto. Ai sensi dell’art. 182, “i velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento”.
Il regolamento per ora non c’è, quindi, nessuno escluso, ogni ciclista deve andare sulla pista ciclabile, pena una sanzione che va da 25 a 99 euro.
Come spesso accade in Italia, il legislatore (che evidentemente sportivo non era) non è stato in grado di accogliere le esigenze di tutta la popolazione, cioè, in particolare, di quei ciclisti (li chiameremo esperti, con un termine abbastanza comune fra gli addetti ai lavori) che usano la bicicletta per fare sport. Quindi l’esperto non necessariamente è un agonista, ma anche colui che usa il mezzo semplicemente per stare bene, allenandosi secondo criteri salutistici che fanno risparmiare molti soldi al S.S.N.
In Italia le piste ciclabili si stanno diffondendo, ma ovviamente la loro progettazione non può prescindere dal preesistente: sono spesso strette, interrotte da passi carrai, miste con il passaggio pedonale (ciclopedonabili). In poche, ma concrete parole, sono assolutamente inadeguate per il ciclista esperto che tocca velocità che non sono certo da passeggiata. Inoltre, quasi sempre sono da un solo lato della strada e, anche in questo caso, la scarsissima legge non specifica nulla: il ciclista che deve fare? Attraversare la strada per andare sull’altra corsia, con il rischio di intasamenti e incidenti nel punto dove inizia la ciclabile?
Poiché attualmente, se si paga entro cinque giorni, scatta lo sconto del 30%, la sanzione può anche diventare di scarso rilievo e il ciclista esperto potrebbe ignorare la legge, pagando prontamente se sanzionato (da cittadino civile, ved. La legge).
Il vero problema è che, in caso di incidente, il ciclista che non è sulla ciclabile avrà un risarcimento notevolmente ridotto, se non annullato!
In altri termini, se un ciclista esperto viene investito in un tratto ove c’e la pista ciclabile, ma lui stava pedalando sulla strada, verrà risarcito dall’assicurazione in misura ridotta o nulla.
La visibilità del ciclista su strada
In qualsiasi circostanza che provochi una diminuzione della visibilità sulla strada, è necessario fare il massimo possibile per essere facilmente identificati dagli automobilisti e dagli altri frequentatori delle strade. Le precauzioni vanno prese perciò non solo durante le ore notturne ma, per esempio, anche in caso di nebbia o pioggia battente. Teniamo anche conto del fatto che in questi casi, probabilmente, l’automobilista non si aspetta di trovare un ciclista per strada.
Perciò, per i ciclisti è necessario:
- essere visibili alla maggiore distanza possibile;
- Essere immediatamente identificabili come ciclisti.
Si dovranno utilizzare opportunamente luci, catadiottri e indumenti riflettenti che offrano la massima visibilità della propria sagoma in movimento, in modo da non essere confusi con altri elementi presenti sulla strada.
Il casco per le bici da corsa
In Italia l’uso del casco di protezione per i ciclisti non è attualmente obbligatorio. Questo significa che, teoricamente, si può indossare qualsiasi casco quando si gira in strada. Ovviamente, per proteggersi al meglio, la scelta deve cadere su prodotti di qualità. La scelta non è però semplice; l’unico parametro che si può seguire è la presenza del marchio EN 1078. I caschi omologati secondo tale norma devono avere infatti superato i test necessari per l’omologazione. Per il resto, ognuno potrà scegliere il prodotto che preferisce, provandolo e verificando che calzi bene, facendosi anche consigliare da un rivenditore esperto o da altri appassionati.