Il ciclismo è ovviamente un ottimo sport per la salute, ma è il migliore? Se si ha molto tempo per praticarlo è sicuramente uno dei migliori sport salutistici; il vero problema è che praticarlo due o tre ore alla settimana non aiuta granché. Un’alternativa valida è di abbinarlo ad altri sport, come la corsa. Un fenomeno interessante è per esempio quello di molti runner che, arrivati a una certa età, passano totalmente o parzialmente al ciclismo. Il fenomeno del passaggio dalla corsa al ciclismo richiede un’approfondita analisi, facendo una comparazione con una ventina di anni fa, quando il sito iniziò il suo cammino, dedicato quasi esclusivamente alla corsa. Sicuramente due sono gli eventi innegabili che facilitano questa transizione: 1) da oltre 10 anni non ci sono più successi italiani nel mezzofondo e nella maratona; manca cioè l’effetto di emulazione; 2) Il livello di chi pratica agonismo si è mediamente di molto abbassato, basta consultare le classifiche di 10-20 anni fa e verificare la posizione ottenuta con un certo tempo.
Il primo punto è importante perché a livello di percezione, fra i non sportivi, chi pratica la corsa non viene più visto come un fortunato aspirante campione, ma solo come una persona che vuole mantenersi in buona salute; a pensar male si fa peccato (e spesso ci si indovina), però molte persone praticano sport soprattutto per “apparire sportivi” agli occhi altrui (con una digressione, molti di coloro che praticano nordic walking -e non usano mai i bastoni che trascinano penosamente- utilizzano la strumentazione per apparire diversi dai semplici camminatori).
Il secondo punto indica che molti non ricercano più ossessivamente la prestazione come anni fa. Non so esattamente a cosa sia dovuto questo “calo di agonismo”, ma ritengo che il circolare dell’informazione (e quindi indirettamente anche questo sito) abbia disilluso le speranze di molti; anni fa era sicuramente maggiore la percentuale di chi credeva che “con l’allenamento si può arrivare dove si vuole”; oggi questa posizione appare alla maggioranza dei runner molto, molto ottimistica e quasi tutti associano alla prestazione soprattutto la ricerca di una buona salute (wellrunning).
Se la prestazione cessa di essere la motivazione più importante, se non l’unica, ecco che il ciclismo spunta tra una corsa e l’altra, soprattutto in runner over 50 che non sono più nella fase del recordman.
Rimando agli articoli Corsa e ciclismo e La bici è allenante per la corsa? per i dettagli tecnici che possono interessare il runner ciclista; qui analizzerò solo gli aspetti non legati alla prestazione a breve, rispondendo a domande molto frequenti.
Il ciclismo è adatto al recordman?
No. Chi è nella fase del recordman e vuole ottimizzare la prestazione dovrebbe praticare solo la corsa. Se è vero che un professionista inserisce nella sua programmazione la palestra, quale professionista abbina anche uscite in bici? Che poi si perda molto poco facendo tre allenamenti di corsa e uno in bici invece che 4 di corsa è un altro discorso. Già facendone 3 di corsa e 2 di bici anziché 5 di corsa, la perdita al km è sensibile (mediamente 3-5″/km per chi è già ottimizzato). La risposta non dipende dal ciclismo, ma è comune a tutti gli abbinamenti di due sport.
Il ciclismo è adatto al wellrunner?
Sì. Chi corre per la salute può tranquillamente integrare con il ciclismo.
Il ciclismo è adatto a chi ha poco tempo?
No. Anche per chi pratica ciclismo per la salute, uscite troppo brevi, inferiori all’ora sono di utilità marginale. Fare 30′ di bici a un ritmo medio-facile non è molto diverso che illudersi di fare sport camminando 20′ al giorno. A seconda del mezzo e del percorso, da un punto di vista ottimale, l’uscita dovrebbe durare dalle 2 alle 3 ore.

Per il ciclismo un’uscita ottimale non dovrebbe essere inferiore alle 2-3 ore.
Il ciclismo preserva dagli infortuni?
Ni. La risposta dovrebbe essere un sì per gli infortuni cronici tipici del runner (tendiniti, usura della cartilagine del ginocchio), ma un no per quanto riguarda gli infortuni traumatici. Praticare ciclismo per anni sperando di non cadere mai è veramente ottimistico. Diventa pertanto fondamentale sia la dotazione di sicurezza (casco) sia il percorso (preferendo per esempio la MTB alla bici da strada, magari con percorsi molto trafficati).
Quanto sono importanti le conoscenze tecniche?
Per chi pratica ciclismo per la salute, non molto. Certo che se, per esempio, non si sa come usare il cambio, ogni cosa potrebbe diventare più difficile! Va da sé che un equipaggiamento decente per praticare bene il ciclismo non può costare meno di 1.000 euro, per cui, se si pensa di praticarlo saltuariamente, si dovrebbe anche valutare il costo iniziale.
Il ciclismo si può praticare in gruppo?
Sì, probabilmente, soprattutto per i non agonisti, è più socializzante della corsa perché il gruppo può essere formato da atleti con livello di prestazione anche abbastanza differente (nella corsa una differenza di 20″/km rende già difficile accordare i due runner).
Il ciclismo è più “adatto” della corsa per gli over 50?
Sì. Infatti, il livello di sforzo è molto più facilmente gestibile che nel running (per questo “adatto” è tra virgolette). Quanto più si va piano (e con l’età è inevitabile), tanto più nella corsa la percezione della fatica inizia prima e anche un banale riscaldamento può risultare “faticoso”; nel ciclismo, soprattutto se il mezzo è tecnicamente evoluto, si può avere la sensazione di una buona prestazione atletica con livelli di fatica minori. Ovviamente, il rovescio della medaglia è che il rischio di deallenarsi sempre più è dietro l’angolo, soprattutto se i percorsi non sono impegnativi.