Oggi in Italia non esiste alcun obbligo di indossare il casco per le biciclette e non è raro vedere cicloamatori, e non solo, in sella alle loro bici da corsa per le strade del nostro Paese privi di qualsiasi protezione per la testa. Se il codice della strada non obbliga il ciclista a indossare un casco, non significa però che non sia opportuno farlo. Nel caso di cadute a velocità estremamente sostenute il casco è una protezione insufficiente, ma certe velocità, con la bici da corsa, si raggiungono solo in discesa, mentre quando si cade a velocità meno elevate o anche da fermi, colpire con la testa uno qualsiasi degli innumerevoli ostacoli disseminati lungo la strada può provocare conseguenze gravi, anche fatali, a chi ha deciso di non indossare il casco. Spigoli e bordi di marciapiedi, guard-rail, pilastri di cemento, pali di metallo, ma anche veicoli parcheggiati, recinzioni, muri; l’elenco dei potenziali bersagli contro cui la testa può urtare potrebbe non terminare mai. Indossare il casco serve proprio a limitare la gravità dei traumi in caso di incidente. Vediamo alcuni dei motivi alla base del rifiuto del casco:
- il casco provoca una sensazione di minore libertà alla guida della bici da corsa.
- Il casco è antiestetico.
- Il casco è scomodo.
- Con il casco si soffre il caldo.
- Su brevi distanze il casco è inutile.
Molte di queste obiezioni non hanno più molto senso con i modelli più recenti. Ma, soprattutto, è meglio pensare che l’asfalto sarà sempre più duro del nostro cranio… ma forse non di un casco di buona qualità!
Ricordiamo poi che l’uso del casco è obbligatorio nelle gare professionistiche e che questo ha spinto le case di produzione a investire per la realizzazione di modelli sempre più efficaci, leggeri, aerodinamici e aerati, con un miglioramento nelle soluzioni a disposizione dei professionisti e, di conseguenza, anche degli amatori.

Fu il barone Karl Drais (granducato di Baden in Germania) a utilizzare la prima bicicletta (1817)
Caratteristiche dei caschi per le bici da corsa
Gli odierni caschi per le bici da corsa derivano dallo sviluppo di materiali per l’assorbimento degli urti nei caschi per le motociclette. Sono costituiti da una calotta esterna realizzata in policarbonato (PC) e da una parte interna, unita alla calotta esterna, realizzata in polistirene espanso sinterizzato (PES). I due elementi possono essere incollati fra loro oppure fusi in un blocco unico (per esempio con la tecnologia In-Mold).
I caschi per bici da corsa oggi disponibili in commercio sono realizzati con questi materiali; inoltre, se sono omologati secondo la normativa europea vigente (EN 1078) devono avere superato il collaudo richiesto.
Questo significa che un casco economico omologato potrebbe offrire lo stesso livello di protezione di un casco dal costo nettamente superiore. Quali sono allora le differenze? Dal punto di vista produttivo, si possono individuare quattro aspetti lungo cui si muove la ricerca nell’ambito della produzione dei caschi per bici da corsa: aerazione, aerodinamicità, leggerezza, resistenza.
L’aerazione è un elemento fondamentale per il comfort del ciclista: la presenza dei canali di ventilazione, oltre a ridurre il peso del casco, permette di evitare temperature eccessive durante l’uso. Un altro parametro importante per la comodità d’uso è la leggerezza. Molti dei caschi odierni pesano fra i duecento e i trecento grammi e perciò non causano particolari fastidi a chi li indossa.
Se l’aerodinamicità è un parametro importante per le prestazioni in sella alla bici, la resistenza è fondamentale affinché il casco svolga il ruolo a cui è destinato: proteggere l’incolumità del ciclista. La presenza della sigla CE EN 1078 attesta l’omologazione del casco secondo la normativa europea vigente.
La norma prevede requisiti e test specifici per i caschi da usare con le biciclette, fra cui la capacità di assorbire e resistere a urti e penetrazioni.
Come scegliere il casco per la bici da corsa
I caschi non sono tutti uguali, così come la forma del cranio cambia per ognuno di noi. Per questo motivo è fondamentale provare il casco indossandolo prima di procedere all’acquisto. Non si tratta solo di comodità: è essenziale che il casco sia indossato correttamente e aderisca alla testa, altrimenti la sua efficacia in caso di incidente risulterà compromessa.
Per quanto riguarda le misure, di solito i caschi hanno tre taglie che vanno dai 50/52 cm fino a 62/64 (si tratta della larghezza della testa, misurata circa a metà della fronte). Alcuni modelli possono invece avere una misura unica regolabile. L’importante è che il casco calzi bene in testa, poi si può procedere alla regolazione delle cinghie. Vediamo le principali caratteristiche del casco, da considerare per procedere all’acquisto.
- Omologazione CE EN 1078: indispensabile.
- Costo: non sempre un costo superiore è assoluta garanzia di superiorità di un prodotto omologato rispetto a un altro, almeno per quanto concerne strettamente la sua capacità di protezione.
- Estetica: per i ciclisti inguaribilmente attenti all’aspetto estetico, oggi le soluzioni offerte dal mercato dei caschi per bici da corsa sono in grado di soddisfare qualsiasi esigenza, sia per i colori, sia per il design.
- Aerazione: la quantità e il design dei canali di ventilazione sono importanti per la riduzione della temperatura della testa, ma anche per incrementare la leggerezza del casco.
- Peso: si tenga presente che, come per i componenti della bici da corsa, a un peso minore corrisponde un prezzo maggiore.
- Sistema di regolazione delle cinghie: in questo caso, provare il casco è l’unico modo per capire se la disposizione e le regolazioni delle cinghie di un particolare casco sono di nostro gradimento.
- Possibilità di applicare una visiera.
Indossare correttamente il casco per la bici da corsa
Il casco va indossato nel modo giusto, altrimenti se ne compromette l’efficacia. Dopo avere scelto il casco più adatto alla propria testa, si deve procedere alla regolazione del casco per “fissarlo” sulla testa in modo che non si sposti in senso orizzontale, agendo sul dispositivo di regolazione che si trova sul retro del casco.
Vanno poi regolate le cinghiette sotto la gola per evitare movimenti del casco in senso orizzontale. Il casco dev’essere ben saldo, ma le cinghie non devono stringere in modo eccessivo. La prima volta ci vorrà un po’ di tempo e pazienza per trovare il giusto equilibrio, ma è tempo ben speso.
Il casco non va indossato troppo spostato all’indietro. Infatti deve poter proteggere anche la fronte. Di solito si lasciano poco più di un paio di centimetri liberi fra sopracciglia e bordo del casco.
Manutenzione e sostituzione del casco
Il casco va sostituito dopo qualsiasi impatto significativo. Anche se apparentemente non ci sono cambiamenti, i materiali che hanno assorbito l’urto non potranno più offrire la stessa efficienza. Inoltre va sostituito dopo 3/5 anni dall’acquisto, perché le materie plastiche che lo costituiscono si degradano sotto l’azione degli agenti atmosferici, della luce e dell’inquinamento.
Si deve evitare di pulire il casco con prodotti chimici troppo aggressivi perché si rischia di rovinarlo. Per lo stesso motivo, è meglio non tenerlo in ambienti eccessivamente caldi, come un garage o una mansarda, perché il calore potrebbe danneggiarlo. Infine, è meglio non prestare a nessuno il proprio casco: si deve sempre essere certi che non abbia subito nessun urto.