La catena è stata introdotta alla fine del XIX secolo come elemento di trasmissione del moto nelle biciclette e ha costituito, assieme al cambio, un elemento fondamentale nella diffusione di questo mezzo di trasporto. Nel corso del tempo la catena ha subito notevoli modifiche, come conseguenza nell’evoluzione delle tecniche di progettazione e produzione e nel trattamento e nella scelta dei materiali. In particolare, è stata costantemente modificata per stare al passo con i progressi di quei componenti con cui svolge il suo “lavoro” per la bicicletta, ossia i vari elementi che compongono il cambio. La catena della bicicletta da corsa è il componente meccanico che ha lo scopo di trasmettere il movimento effettuato dal ciclista sui pedali e, di conseguenza sul movimento centrale, alle ruote. In particolare, l’asse del movimento centrale è connesso alle corone anteriori (moltipliche), che sono ruote dentate su cui si innestano le maglie della catena; il movimento viene poi trasmesso dalla catena alla ruota posteriore per mezzo dei denti dei pignoni. L’utilizzo di pignoni e corone di varia misura consente di modificare il rapporto di trasmissione e perciò la quantità di pedalate necessarie a percorrere una determinata distanza.
Com’è fatta la catena della bicicletta
La catena di trasmissione delle biciclette è costituita da un sistema di elementi articolati, composti da due coppie di piastrine metalliche che si muovono grazie a un perno inserito in una bussola.
L’insieme composto da piastrine, perno e bussola è la maglia della catena. La catena può flettersi lungo un solo asse, cioè quello parallelo alla bicicletta. Naturalmente, un minimo di flessione laterale è possibile ed è quello che avviene oggi per via dell’utilizzo del cambio e dei rapporti di trasmissione. Tenete presente che utilizzando moltipliche e pignoni che costringono la catena a scorrere lungo un asse obliquo rispetto alla bicicletta, la si sottopone a carichi di lavoro notevoli.
Nel corso del tempo l’evoluzione del cambio della bicicletta ha portato all’aumento del numero di pignoni e moltipliche. Nello stesso spazio utilizzato per alloggiare sei pignoni, oggi un cambio moderno può proporne anche dieci.
Questo ha comportato la necessità di ridurre la larghezza della catena che deve anche essere in grado di rispondere alle continue sollecitazioni dovute ai cambi di rapporto con il mezzo in movimento. I produttori hanno progettato e realizzato catene adatte a una componentistica specifica. Ciò significa che un eventuale cambio va fatto con attenzione, verificando il montaggio di un componente che sia perfettamente compatibile con gli altri elementi della bicicletta.
L’attenzione dei produttori per la produzione di catene sempre più efficienti si è rivolta verso la massima riduzione possibile dell’attrito dei vari elementi, cosa che consente di ottenere una maggiore efficienza nella trasmissione del moto, e anche verso la riduzione del peso complessivo e della larghezza e la specializzazione delle catene in funzione dei rapporti disponibili, con catene espressamente realizzate per sistemi a 9, 10 o 11 velocità.
Le maglie delle catene per le bici da corsa oggi hanno prevalentemente una lunghezza di mezzo pollice, pari a circa 1,27 centimetri, mentre il valore di 3/32 di pollice, ampiamente in uso per definire la larghezza della catena, è quello che misura la larghezza dei denti di pignoni e corone. Lo standard da 1/8 di pollice viene utilizzato per biciclette da strada o da passeggio.

La bicicletta aggiunse lo sterzo al velocipede composto da due ruote e un pezzo di legno
Manutenzione della catena della bicicletta
Le catene durano a lungo, ma non sono sicuramente eterne. In condizioni normali, escludendo cioè urti o danneggiamenti accidentali, una catena ben tenuta può regalare al ciclista migliaia di chilometri di tranquillità. Bisogna ovviamente tenere presente che la catena è notevolmente esposta all’acqua, al fango, alla polvere, insomma a tutto ciò che si trova vicino alla superficie su cui si pedala. È dunque consigliabile dedicare il tempo e l’attenzione necessari anche alla catena, per mantenerla sempre in perfetta efficienza, ma anche per rilevarne il livello di usura e potere decidere tempestivamente una sua sostituzione.
La pulizia, seguita dalla sua lubrificazione, va effettuata tutte le volte che le sue condizioni lo richiedono. Si possono utilizzare spazzole per pulizia o sistemi lavacatena appositi oppure si può semplicemente ricorrere a soluzioni più “casalinghe”, con pennelli e bacinelle.
La scelta dei detergenti da usare per sgrassare e pulire deve tenere conto dei materiali di rivestimento della catena; alcuni componenti possono infatti essere rivestiti in teflon che a lungo andare può danneggiarsi se si impiegano detergenti eccessivamente aggressivi.
Dopo avere sgrassato e pulito la catena, si passa alla lubrificazione, utilizzando anche in questo caso prodotti appositi, scegliendo fra l’ampia gamma di offerte oggi disponibili sul mercato.