Il manubrio della bici da corsa si innesta nel tubo di sterzo del telaio mediante l’attacco. Comanda lo sterzo della bicicletta e ospita le leve del freno e i comandi del cambio; è uno dei componenti con cui il ciclista è in contatto con il suo mezzo e lo dirige, assieme a sella e pedali. Il manubrio, anche detto curva manubrio o piega manubrio, è l’elemento che consente al ciclista di appoggiare le mani sulla bicicletta e dirigerne il movimento. È caratterizzato dalla sua forma, oltre che dal materiale con cui è realizzato. Tradizionalmente sono disponibili vari tipi di forme per i manubri, da quelle più morbide e arrotondate a quelle più squadrate:
- Piega italiana (anche alla Gimondi): la tipologia con curve più arrotondate
- Piega belga (anche alla Merckx): la tipologia con curve più squadrate
- Piega da pista: per l’utilizzo in pista sono impiegati manubri con curve specifiche; di solito si tratta di varianti della piega alla Gimondi
- Piega da cronometro: per le gare a cronometro sono utilizzati manubri detti a corna di bue, con le curve del manubrio rivolte verso l’alto e non verso il basso, come nelle altre soluzioni
- Piega anatomica: una variante più recente, in cui si presta maggiore attenzione al design della curvatura verso il basso
- Piega alare: in questo caso, oltre a un’impostazione maggiormente ergonomica, si interviene anche modificando la sezione della parte orizzontale che avrà un profilo ovale.
Negli ultimi anni, le case costruttrici hanno dedicato un’attenzione particolare alla realizzazione di manubri dalle forme ergonomiche, studiando soluzioni per agevolare il contatto fra le mani e il manubrio. In questo senso, l’introduzione della fibra di carbonio ha consentito una maggiore varietà nella scelta delle forme del manubrio rispetto ai materiali precedenti.

La bicicletta è una macchina che trasforma l’energia muscolare in energia cinetica
I materiali dei manubri delle bici da corsa
Nel corso del tempo anche i materiali con cui si realizzano i manubri delle biciclette da corsa sono cambiati, grazie allo sviluppo delle tecniche costruttive e progettuali. Un tempo i manubri venivano realizzati in acciaio cromato, che garantiva un’ottima robustezza ma aveva il difetto del peso elevato.
L’alluminio è il materiale che ha sostituito l’acciaio nella produzione dei manubri, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, grazie alle sue doti di resistenza, facilità di lavorazione e soprattutto di leggerezza.
Come per gli altri componenti delle biciclette da corsa, anche nel campo della produzione dei manubri è entrata la fibra di carbonio, che permette di realizzare in un singolo pezzo manubrio e attacco e di sviluppare soluzioni ergonomiche particolari.
Le dimensioni dei manubri
I manubri sono descritti da quattro misure: la larghezza (esterno-esterno o centro-centro) che può andare da 38 cm a 46 cm; il drop (D), cioè l’altezza del manubrio dalla parte più alta a quella più bassa; il reach (R), che misura la profondità della curva dalla parte più avanzata a quella finale; la sezione, che è un valore variabile dal momento che la varie zone del manubrio hanno sezioni differenti, solitamente maggiori nella zona dell’attacco manubrio.
La misura forse più interessante per il ciclista è la larghezza: la larghezza ottimale di un manubrio viene infatti calcolata basandosi sulla misura dell’ampiezza delle spalle del ciclista. Non si tratta di un calcolo preciso, anche perché ogni atleta ha le sue preferenze, tuttavia un manubrio di una misura decisamente sbagliata può causare problemi muscolari.
Il nastro manubrio
Il nastro manubrio viene applicato sul manubrio per migliorare la presa del ciclista aumentando l’attrito, per ricoprire e proteggere i cavi delle leve dei freni e dei comandi del cambio, per aumentare lo spessore del manubrio e di conseguenza la superficie di appoggio dei palmi delle mani. Il montaggio del nastro manubrio è un’operazione da fare con attenzione, per ottenere il massimo in termini di comodità e durata del nastro applicato. Anche la manutenzione del nastro va curata con la dovuta regolarità, per prolungarne al massimo durata ed efficienza.
La posizione sul manubrio
La posizione del ciclista sul manubrio può variare, anche grazie al fatto che la forma del manubrio consente vari tipi di posizioni a seconda del punto in cui appoggiano i palmi delle mani.
La presa bassa consente al ciclista di assumere la posizione del corpo maggiormente aerodinamica e di controllare in modo ottimale il mezzo e viene utilizzata soprattutto a velocità elevata o nei tratti in discesa.
La presa alta sulla parte orizzontale del manubrio è invece la posizione che consente al ciclista di rilassarsi, ma è anche quella che porta alla minore efficienza aerodinamica, perché il busto del ciclista è più sollevato, più lontano dal piano orizzontale. Ottimale per tratti non impegnativi, per riposare le braccia, ma anche per tratti in salita seduti sulla sella.
Un’altra posizione prevede una presa alta ma con le mani in prossimità di leve dei freni; viene utilizzata in salita quando il ciclista si alza in piedi.
Nella presa intermedia, le mani si spostano verso le leve dei freni restando sulla barra orizzontale, oppure afferrano direttamente il blocco dei comandi dei freni, soprattutto pedalando in fuorisella per controllare meglio l’oscillazione del manubrio.