Il Brazilian jiu-jitsu (anche BJJ o jiu-jitsu brasiliano) è una moderna arte marziale sviluppata a Rio de Janeiro negli anni ’20 circa del XX sec. dalla famiglia Gracie (in quel momento costituita da cinque fratelli) a partire dall’insegnamento del judo a opera del maestro giapponese Mitsuyo Maeda. Il motivo per cui il Brazilian jiu-jitsu prende questo nome, nonostante derivi da un riconosciuto praticante di judo, non è chiarissimo e potrebbe dipendere dal fatto che il judo era all’epoca ancora noto in occidente come jujutsu, che in effetti potrebbe essere descritto come l’antenato del judo e altre arti marziali giapponesi (vedi articolo sul jujutsu). Un’altra ipotesi è che Maeda avrebbe arricchito il suo repertorio con uno studio individuale di tecniche ascrivibili al jujutsu. Il Brazilian jiu-jitsu è un’arte marziale a contatto pieno molto intensa che ha come obiettivo il portare a terra l’avversario per poterlo neutralizzare attraverso leve articolari e strangolamenti. Non sono invece ammessi calci e pugni. In questo senso il Brazilian jiu-jitsu può essere fatto rientrare nell’insieme degli stili di lotta.
Brazilian jiu-jitsu – Caratteristiche
Il Brazilian jiu-jitsu si pratica sul tatami, il tipico materassino morbido in uso in moltissime arti marziali giapponesi come il judo. Si differenzia da quest’ultimo soprattutto per il fatto che nel judo gran parte del combattimento avviene in piedi, con i due avversari che si afferrano l’un l’altro e cercano di atterrarsi. Nel Brazilian jiu-jitsu si cerca invece di portare a terra il più velocemente possibile il rivale, anche tramite specifiche prese (per esempio afferrandolo alle gambe) in cui si trascina giù l’avversario, anziché proiettarlo.
Fondamentale nel Brazilian jiu-jitsu è lo studio delle posizioni di controllo, ovvero posizioni che consentono di avere un vantaggio tecnico e sottomettere l’avversario, generalmente applicando il peso del proprio corpo in specifiche posizioni. Le più note sono la posizione in cui si blocca l’avversario ponendogli un ginocchio sul plesso solare mentre è a terra, la posizione in cui ci si mette a cavalcioni sopra l’avversario, e la posizione in cui si afferra con le gambe da dietro l’avversario mentre si trova a terra di lato. Da tutte queste posizioni si cerca poi di eseguire leve articolari, chiavi e strangolamenti che portino l’avversario ad arrendersi.

Istruttore di jiu-jitsu brasiliano che mostra le tecniche di blocco del braccio nel combattimento a terra
Competizioni
Le competizioni prevedono che due contendenti si sfidino su un tatami per un solo round. Tali incontri possono essere vinti fondamentalmente in due modi: obbligando l’avversario ad arrendersi mediante le tecniche consentite, oppure attraverso il conseguimento del maggior numero di punti attraverso l’esecuzione di tecniche valide. I punti associati a ogni tecnica sono assegnati da un arbitro e possono andare da un minimo di due a un massimo di quattro, a seconda della difficoltà della tecnica eseguita e della sua correttezza. La lunghezza dei round è variabile a seconda della categoria considerata, ma possono arrivare fino ad un massimo di dieci minuti, e sono quindi molto lunghi. Gli incontri sono divisi per sesso, categoria di peso, fascia d’età, ma anche grado. Vi sono anche tornei nei quali invece non si prendono in considerazione le categorie di peso, per enfatizzare l’idea del far prevalere la tecnica sulla stazza; e tornei in cui non c’è limite di tempo, per evitare situazioni per cui uno dei due avversari in vantaggio renda volutamente statico l’incontro per cercare di portare l’incontro allo scadere del tempo e vincere senza reale sottomissione dell’avversario.
Brazilian jiu-jitsu – Abbigliamento
Il Brazilian jiu-jitsu si pratica con un’uniforme pressoché identica a quella del judo, che consiste in una casacca a maniche lunghe, chiamata uwagi e in un paio di pantaloni, gli zubon. L’unica differenza è che il materiale tende a essere più leggero, probabilmente perché rispetto al judo vi sono minori sollecitazioni, visto che il Brazilian jiu-jitsu contempla maggiormente la parte di lotta a terra. Generalmente tale uniforme è bianca, ma nel Brazilian jiu-jitsu è possibile usare anche altri colori, fra cui il blu o il nero.
Esiste anche la versione del Brazilian jiu-jitsu praticata senza l’uniforme, in cui i praticanti sono vestiti con pantaloncini corti e maglietta aderente. Questa alternativa, detta no-gi, risulta più funzionale ai praticanti di MMA che vogliono approfondire le tecniche a terra e di fatto è analoga alla disciplina del grappling descritta nell’articolo sulla lotta.

La cintura blu è una di quelle previste dal jiu-jitsu brasiliano
Gradi
Anche nel Brazilian jiu-jitsu è adottato un sistema di cinture colorate per indicare i gradi del praticante. Tuttavia, i colori previsti sono particolari dal momento sono previsti quattro livelli inferiori contraddistinti da cintura bianca, blu, viola e marrone. Dopo la cintura marrone si entra nel sistema dei dan: ci sono di fatto nove dan che prevedono l’utilizzo della cintura nera fino al sesto dan. Successivamente si utilizzano una cintura a bande rosse e nere per il settimo dan, una cintura a bande rosse e bianche per l’ottavo e una cintura completamente rossa per il nono. Esiste comunque una certa variabilità fra i vari corsi nei colori delle cinture in funzione dei gradi.
Origine
Mitsuyo Maeda era un console giapponese, nonché allievo diretto di Jigoro Kano, il fondatore del judo. Maeda durante i suoi viaggi come console aveva visitato molti Paesi e sfidato in combattimento atleti provenienti da discipline diverse, affinando la sua competenza tecnica, che pare fosse altissima. Dopo essersi trasferito in Brasile, negli anni ’10 del XX sec. iniziò a insegnare il judo ad alcuni allievi, fra cui i fratelli Gracie. Essi svilupparono poi il Brazilian jiu-jitsu. Tale disciplina, che prevede principalmente la lotta a terra, si è in seguito dimostrata estremante efficace nel contesto degli incontri fra arti marziali miste (MMA), acquisendo in questo modo grande popolarità. Moltissimi membri della famiglia Gracie portarono avanti la tradizione familiare del combattimento, tanto che ancora oggi molti atleti di Brazilian jiu-jitsu sono loro discendenti.