Per molti anni il binomio bambini e tennis è stato visto con una certa diffidenza. Il tennis, infatti, era (e per molti lo è ancora) lo sport asimmetrico per eccellenza, tant’è che molti pediatri (e talvolta gli ortopedici), se richiesti di un parere, consigliavano ai genitori di iscrivere i propri figli ai corsi di nuoto, uno sport considerato armonico, “completo” e quindi l’attività sportiva ideale nell’età della crescita. Adesso le cose sono in parte cambiate e, anche senza considerare il gioco del calcio, che è sempre stato molto gettonato a prescindere dai pareri medici, sono diverse le attività sportive che vengono praticate dai bambini (basti pensare, per esempio, al basket, alla pallavolo, all’atletica ecc.) senza essere osteggiate dai pediatri. Peraltro, per la maggior parte delle attività sportive, esistono delle versioni “mini” che sono strutturate tenendo conto del particolare momento psicofisico del bambino. Anche il tennis, nonostante molti non ne siano al corrente, ha una versione appositamente studiata per i più piccoli, il minitennis appunto.
Il minitennis, attualmente, è considerato dagli addetti ai lavori il mezzo didattico più idoneo per avviare al tennis i bambini di età compresa tra i 5 e i 10 anni.
Prima dell’avvento del minitennis, l’insegnamento tennistico standard ai bambini consisteva nel formare piccoli gruppi di bambini, disporli su più file, fornire qualche indicazione di tecnica di base sui colpi da eseguire e poi si iniziava con il “cesto” delle palle; i bambini dovevano attendere il proprio turno, gli allenamenti erano molto ripetitivi e, inevitabilmente, i piccoli allievi finivano per annoiarsi.
Con l’introduzione del minitennis, l’approccio si è fatto totalmente diverso; la tecnica è sì presa in considerazione, ma si punta soprattutto sul divertimento e sulla tattica e il piccolo allievo difficilmente si annoia.
Adesso, durante i corsi di minitennis, oltre a fare attenzione al miglioramento delle qualità di coordinazione (che, ricordiamolo, non sono completamente sviluppate nei bambini), vengono inseriti vari momenti di gioco e di gare studiati in modo da far sì che il piccolo si diverta e, allo stesso tempo, sviluppi al meglio le proprie caratteristiche psicomotorie (in primis concentrazione, coordinazione, velocità e agilità); peraltro queste caratteristiche si riveleranno fondamentali, o comunque importanti, in qualsiasi altro tipo di attività sportiva che il bambino scelga in futuro nel caso decida di non dedicarsi più al tennis.

Bambini e tennis: la svizzera Martina Hingis debuttò nel circuito WTA a 14 anni e diventò la più giovane numero 1 al mondo e la più giovane campionessa di un Grande Slam (vittoria a Wimbledon nel doppio con Helena Sukova, nel 1996)
Bambini e tennis: quali capacità vengono sviluppate?
Il tennis è uno sport in grado di sviluppare adeguatamente varie capacità; innanzitutto richiede notevoli doti di concentrazione e coordinazione e, conseguentemente, a tali aspetti viene data notevole importanza. Da un punto di vista motorio, nel tennis intervengono sia capacità aerobiche (è importante sviluppare un’adeguata resistenza) sia capacità anaerobiche (la velocità è un requisito essenziale).
Pur essendo uno sport decisamente tipicamente individuale (anche se, in effetti, si può giocare in coppia), i corsi di minitennis prevedono molte attività di gruppo e i bambini hanno quindi la possibilità di socializzare e frequentare diversi compagni con i quali potrebbero nascere delle amicizie anche durature. Certo non si può pretendere che il tennis sviluppi lo stesso spirito di squadra che caratterizza attività quali il basket, il calcio o la pallavolo.
Gli obiettivi dei corsi di tennis per bambini
I corsi di tennis per bambini si pongono diversi obiettivi. Innanzitutto quello di insegnare le regole del gioco e quello di far acquisire al piccolo un adeguato spirito sportivo. Frequentando costantemente le lezioni, il bambino imparerà a familiarizzare, oltre che con i compagni di gruppo, anche con gli attrezzi e gli spazi adibiti al gioco, acquisiranno dimestichezza con la racchetta e faranno proprie le tecniche di base.
Con l’andare del tempo, i bambini svilupperanno sempre di più capacità di coordinazione e percezione e anche quelle tecniche, tattiche e strategiche.
Anche dal punto di vista fisico, man mano che i corsi procedono, si registreranno miglioramenti dal punto di vista articolare e muscolare.
Le attrezzature
I bambini che praticano tennis devono ovviamente utilizzare attrezzature e mezzi adeguati alla loro età e alle loro caratteristiche fisiche; un piccolo giocatore di 7 anni, tanto per fare un esempio, non potrebbe certo utilizzare la stessa racchetta usata da un ragazzino di 16 anni.
Peraltro, la scelta della racchetta è una questione piuttosto delicata e non deve essere fatta casualmente. Il consiglio più saggio è quello di farsi indicare il modello adatto dall’istruttore.
Anche le palle utilizzate per giocare non sono le stesse usate normalmente; nel caso di bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni, a seconda del livello di gioco, si utilizzano palle in spugna; i bambini più grandicelli, diciamo dai 6 agli 8 anni, utilizzano palle depressurizzate con una velocità che è inferiore della metà rispetto a quella delle palle tradizionali; i bambini dagli 8 ai 10 anni utilizzano, invece, palle depressurizzate con una velocità del 25% inferiore (sempre rispetto a quella delle palle normali).
Anche le reti sono diverse, sia per lunghezza (dai 3,2 ai 6 metri) sia per altezza (si parte dai 50 cm e si arriva agli 85).
Diverse, infine, anche le misure del campo; nel minitennis 1 (bambini 4-6 anni) il campo misura 4×8,23 m; nel minitennis 2 (6-8 anni) le misure sono 4×10,97 m e nel minitennis 3 (8-10 anni) il campo misura 5,48×15,77 m.