Una delle regole principali della dieta italiana afferma che non è possibile seguire un’alimentazione corretta senza praticare un’attività fisica continua e di intensità non trascurabile. Definiamo quindi le caratteristiche della corretta attività fisica, in grado di supportare al meglio una sana alimentazione. Prima di farlo è però importante sottolineare ancora una volta che alimentazione e attività fisica sono due concetti inscindibili. È infatti veramente ottimistico (nel senso che le probabilità sono piuttosto basse) sperare che si possa mangiare bene per tutta la propria vita e non essere sovrappeso senza fare attività sportiva, ma lo è anche fare attività sportiva nella convinzione che basti questa per sconfiggere il sovrappeso (con un banale ragionamento del tipo: “faccio sport, posso abbuffarmi finché voglio che non ingrasso”).
Attività fisica e attività sportiva
Occorre sottolineare la fondamentale differenza fra attività fisica e attività sportiva. Un traslocatore fa sicuramente un’attività fisica intensa; anche se sempre meno, sono molte le persone che per lavoro pensano di svolgere un’intensa attività fisica: per esempio, c’è chi sta in piedi tutto il giorno, spostandosi all’interno di un’azienda. Il problema di questa visione è che la frequenza cardiaca del soggetto supera raramente (nel senso di pochi attimi nella giornata) il 70% della sua frequenza cardiaca massima. Analogamente, molti definiscono gli scacchi uno sport, ma raramente la soglia del 70% è superata. Viceversa, per chi fa veramente sport, tale soglia è superata abbastanza naturalmente durante gli allenamenti.
Occorre notare che attività fisica e attività sportiva convergono quanto più il soggetto è avanti con gli anni. Diminuendo la frequenza cardiaca, è abbastanza facile che il soggetto superi il 70% della FCMax anche per attività che per un soggetto giovane (che magari ha una frequenza cardiaca massima di 200) sono a intensità molto bassa.
Quindi,
fare attività fisica significa superare il 70% della propria frequenza cardiaca massima.
Il modo più naturale di farla è… fare sport.

Fare un lavoro faticoso non significa fare attività fisica
Quanto sport (per dimagrire e non solo…)
Il famoso motto latino tot capita tot sententiae (tante le teste, altrettanti i giudizi) si adatta perfettamente alle innumerevoli teorie che circolano sulla relazione fra benessere e attività sportiva. Sembra infatti che ognuno di noi definisca il proprio come il miglior modo di praticare una sana attività sportiva. Limitandosi a citare due posizioni estreme, c’è chi ritiene che sia salutare il semplice camminare per trenta minuti al giorno e chi invece è convinto che sia impossibile avere un qualche beneficio se non si fa sport in maniera continua e intensa.
Quest’ultima posizione è stata per la prima volta proposta oltre venti anni fa da una ricerca di massa proveniente dalla Germania. Analizzando le informazioni su 12.000 soggetti, si è constatato che, per quanto riguarda il rischio cardiovascolare, fra gli uomini solo l’attività intensa ha mostrato di avere un effetto positivo riducendo tutti i fattori di rischio: i livelli di colesterolo e trigliceridi, la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e il peso corporeo. Per quanto riguarda le donne, si è avuta una diminuzione della pressione del sangue, della frequenza cardiaca e del peso. Per entrambi i sessi, un’attività blanda ha generato scarsi benefici e, in alcuni casi, nessuno.
Quindi il messaggio da trasmettere sembrerebbe questo: è abbastanza inutile svolgere un’attività sportiva blanda, spacciandola come attività fisica. Ciò è in accordo con il celebre studio dell’università di Harvard; tale ricerca (ormai universalmente accettata) su 17.000 allievi, seguiti dal 1916 al 1950, ha mostrato come la curva di rischio cardiovascolare diminuisca all’aumentare dell’esercizio fisico praticato fino ad avere un minimo con 6-8 ore settimanali. Lo studio di Harvard è la prova più convincente che non solo è consigliabile fare sport, ma è necessario. Perché perdere qualche anno della propria speranza di vita solo perché si ritiene che lo sport sia noioso o troppo faticoso? Uno studio derivato dal campione italiano del Seven Countries Study su soggetti dai 40 ai 59 anni ha rilevato che chi pratica un’intensa attività sportiva da almeno dieci anni ha un indice di rischio cardiovascolare uguale ai due terzi di chi la pratica moderatamente e a un terzo rispetto a un sedentario, riconfermando i risultati del campione di Harvard.
In realtà molti medici (per lo più sedentari) sostengono che non tutti sono in grado di svolgere un’attività fisica intensa e che pure una leggera (come camminare per qualche decina di minuti) è sicuramente positiva. Anche molti mezzi di informazione sono allineati su questa posizione, soprattutto quelli che hanno un pubblico con un’alta percentuale di sedentari.
Grazie all’esperienza acquisita sul campo seguendo centinaia di atleti e alle informazioni che giungono dalla ricerca, è però possibile dirimere una volta per tutte la questione di come si debba fare sport per avere un minimo beneficio per la nostra salute. Per approfondire: Sport – Definizione e Benefici della corsa.