Prima di mostrare i risultati del nostro test sulle solette NOENE®, per la sua piena comprensione consigliamo la lettura degli articoli:
Il test NOENE® ha coinvolto un gruppo di 12 runner molto esperti; dato il basso numero di soggetti non ha un valore scientifico assoluto, ma è importante riportare le considerazioni soggettive comuni, il risultato delle quali è la piena convinzione che possano servire quanto più la scarpa di partenza sia poco “protetta”. Durante il test sono state utilizzate le seguenti solette:
NOTA – C’è molta confusione fra gli addetti ai lavori sui concetti di “plantare” e “soletta”. Per evitare confusioni, è opportuno definire plantare una soluzione ortopedicamente personalizzata, mentre una soletta è una soluzione universale. Il plantare nel 90% dei casi non è consigliabile perché, variando i carichi, preserva una parte, ma finisce per danneggiarne un’altra; la soletta risolve i problemi con una riduzione del traumatismo della corsa.
La protezione
I risultati sono stati pari alle aspettative. Nessun miracolo, ma un buon miglioramento della distanza critica del soggetto (in percentuale variabile dal 10 al 30%), una riduzione dei dolori post-allenamento, una maggiore sensazione di compattezza della falcata. Come detto, tali sensazioni dipendono anche dalla qualità della scarpa di partenza.
L’uso della soletta rende l’appoggio più stabile e ciò contribuisce a una piacevole sensazione, soprattutto nella fase di spinta.
L’uso della soletta dovrebbe essere un must soprattutto per i principianti che partono con calzature spesso economiche perché non hanno ancora compreso il concetto di “infortunio sportivo”. Con scarpe spesso inadeguate, iniziano l’approccio alla corsa molto motivati e subito si “inceppano” perché, come è risaputo, nei primi sei mesi è normale avere dolori da adattamento (alla corsa), dolori che le solette possono contribuire a ridurre decisamente.
La prestazione
Ovviamente è lecito domandarsi se un materiale che elimina le vibrazioni non influenzi anche la forza impulsiva, assorbendone una parte. La risposta non è immediata:
- Da un lato, un minimo assorbimento esiste, quindi la prestazione dovrebbe peggiorare.
- Dall’altro, le solette riducono il tempo d’appoggio (-14%) e aumentano la fase di spinta (+17%) di fatto paradossalmente migliorando la performance in chi corre male, cioè di tallone o di avampiede. In chi corre con un appoggio totale del piede non c’è una grande differenza (vedasi Tecnica di corsa).
- Il peso di alcuni modelli di solette può non essere marginale rispetto alla soluzione originaria della scarpa.
La soluzione proposta da alcuni (talloniera NOENE® o simile nella parte posteriore e soletta elastica non vibro-assorbente davanti) appare quanto mai complessa e inapplicabile; innanzitutto perché vale solo per chi corre di tallone, in secondo luogo perché si crea una struttura veramente poco stabile che alla fine crea più inconvenienti che vantaggi.
A livello professionsitico, la performance è sicuramente penalizzata (altrimenti tutti i professionsiti userebbero tali prodotti). Il nostro test ha evidenziato che ci può anche essere un guadagno nella prestazione (1-2″/km) se il runner corre male /o usa scarpe non ottimali.
Da notare che, dopo aver provato le SP01 (13 g) sotto la soletta originale della scarpa da gara, tutti sono tornati all’AC2 ritenendola perfetta dal punto di vista della stabilità.
Analogamente, poiché tutti i tester nella vita quotidiana usano scarpe civili con solette, la NO2 è stata validamente sostituita dall’AC2. Provata comunque su scarpe senza soletta estraibile, la NO2 dà una sensazione piacevole, anche se a volte si sposta nella scarpa, consentendo di utilizzare anche scarpe di qualità non eccelsa, i classici modelli che dopo l’acquisto si rivelano “troppo duri”.
La durata
La garanzia sulle solette è di un anno, ma la durata delle proprietà del prodotto NOENE® non ha scadenza e pertanto la durata delle solette dipende dall’utilizzo che se ne fa.
Le SP01 che si utilizzano sotto i plantari o le solette delle scarpe hanno una vita molto lunga (anni) a meno che non subiscano un attrito meccanico che le distrugga fisicamente.
Le NO2 che si inseriscono a contatto del piede nelle diverse scarpe durano finché non si consuma il tessuto che le protegge anche a causa di eventuale sudore acido del piede.
Le AC2 sono più soggette a fattori meccanici nei giocatori di tennis, basket ecc. perché la parte in EVA subisce degli impatti che nel tempo la deformano.