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Infortuni: le sindromi neuropatiche

Abbiamo già parlato della sindrome invisibile da carico. Continuando il discorso sugli infortuni che evidenziano poco o nulla ai normali controlli (radiografia, ecografia, risonanza ecc.), è da tenere in considerazione l’intervento di un fattore nervoso.

Tradizionalmente lo sportivo pensa a una patologia come muscolare, ossea o tendinea, mentre in realtà si dovrebbe considerare anche l’aspetto nervoso, cosa che di solito si fa solo con la sciatalgia.

Il principio delle sindromi neuropatiche è lo stesso: una modesta alterazione anatomica (come una protrusione discale, anche leggera, nella sciatalgia) provoca un dolore decisamente sproporzionato con l’entità di ciò che si rintraccia. Il motivo è molto semplice: se il fattore perturbante interessa, direttamente o indirettamente, una terminazione nervosa, si ha un dolore molto vivo anche se il fattore in sé è modesto.

sindromi neuropatiche

Per citare una patologia già nota, ricordiamo la sindrome da camminamento che colpisce diabetici, alcolisti e soggetti denutriti. Uno sportivo sollecita oltre misura il proprio apparato locomotore e ciò simula quello che è una sollecitazione normale in un organismo compromesso (sovraccarico).

Alcune delle cause delle sindromi neuropatiche sono certe:

  • i traumi causati dalle scarpe
  • i traumi diretti
  • edemi o ematomi locali.

La prima causa può produrre problemi soprattutto al tunnel tarsale o al metatarso; i traumi diretti soprattutto sulle parti ossee, gli edemi e gli ematomi in qualsiasi punto ove per un qualunque motivo (quello più frequente è una ripresa affrettata) non si ristabiliscano le condizioni di normalità.

Altre cause sono meno certe (postumi di interventi chirurgici, cause metaboliche ecc.) e andrebbero indagate caso per caso.

La cura nelle sindromi descritte consiste nella rimozione della causa, nel riposo e, nei casi più lievi, in antinfiammatori e antidolorifici. Nei casi più gravi un antidolorifico (effetto spesso presente negli antinfiammatori) può peggiorare la situazione perché consente il gesto sportivo senza rimozione della causa scatenante la patologia.

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