Nandrolone è la denominazione comune di uno dei più noti steroidi anabolizzanti (termine quest’ultimo che fa riferimento alla capacità di una sostanza di accelerare l’anabolismo, una delle due fasi del metabolismo, l’altra è il catabolismo); altre denominazioni di questa sostanza sono nandrolone decanoato, 17-idrossi-4-estren-3-one, 19-nortestosterone e norandrostenolone; come farmaco è diffuso commercialmente con i nomi Deca-Durabolin® e Durabolin®; la sua formula bruta C18H26O2 e differisce dal testosterone per l’assenza del gruppo metilico legato al carbonio in posizione 19. Nel giugno del 2010, il Ministero della Salute ha inserito il nandrolone nell’elenco delle sostanze stupefacenti e psicotrope (sono stati accertati pericoli concreti di indurre severa dipendenza psichica). In quanto agente anabolizzante, il nandrolone è una sostanza dopante e il suo utilizzo (al di fuori di prescrizioni mediche effettuate su basi patologiche) è proibito dal regolamento antidoping.
Nandrolone – Impieghi, effetti collaterali e controindicazioni
Il nandrolone è un farmaco iniettabile, sotto forma di sostanza oleosa, che fa parte del gruppo terapeutico degli androgeni; le sue indicazioni principali sono il trattamento della sintomatologia nei soggetti maschi con deficit androginico o come trattamento coadiuvante in alcune forme di osteoporosi.
Il nandrolone è caratterizzato da una notevole durata d’azione (una volta iniettato il suo rilascio prosegue per almeno 130 ore); ciò ne riduce, rispetto al testosterone, il potere androgenizzante, con riduzione dei numerosi e tipici effetti collaterali (per esempio, acne, irsutismo, alopecia e ipertrofia prostatica) che caratterizzano le terapie ormonali sostitutive a base di androgeni.
Il potere anabolizzante del nandrolone è sostanzialmente paragonabile a quello del testosterone; questo ormone migliora l’emopoiesi e garantisce un aumento non minimale dei livelli di emoglobina sierica e dei globuli rossi (alcuni studi hanno evidenziato anche un aumento del numero di globuli bianchi e piastrine in quei casi di anemia che non miglioravano dopo la somministrazione di EPO); migliora la funzionalità sessuale e incide in modo significativo sulla libido; modula il turnover osseo incrementando l’assorbimento di calcio intestinale e aumentandone la biodisponibilità; favorisce il bilancio dell’azoto con aumento dei livelli di sintesi delle proteine e contribuisce allo sviluppo, alla maturazione e al mantenimento dei caratteri sessuali secondari maschili.
Alcuni studi hanno messo in evidenza che la somministrazione di nandrolone potrebbe giovare allo stato di salute dei soggetti affetti da HIV, combattendo la cachessia e il calo ponderale e aumentando la percentuale di massa magra.
Il farmaco viene distribuito in fiale contenenti 25 o 50 mg di nandrolone decanoato iniettabile per via intramuscolare.
Di norma, le somministrazioni dovrebbero essere effettuate, in media, ogni 21 giorni. I dosaggi devono essere definiti dal medico in base alle condizioni di salute del paziente.
L’eventuale somministrazione di nandrolone in soggetti affetti da ipertensione arteriosa e malattie cardiache e in coloro con familiarità o storie precedenti di patologie epatiche, renali ed epilessia deve essere attentamente valutata. In caso di comparsa di disordini clinico-biologici o di altro tipo, il trattamento con nandrolone deve essere interrotto.
L’utilizzo di nandrolone in soggetti in età pre-puberale deve essere valutato con estrema attenzione dati i possibili effetti negativi legati a uno sviluppo eccessivamente rapido degli organi genitali maschili a quello di un’eccessiva crescita ossea.
L’utilizzo di nandrolone è controindicato nelle donne in stato interessante e in quelle che allattano; le controindicazioni riguardano anche soggetti affetti da tumore al seno, tumori estrogeno-dipendenti, tumore alla prostata e ipertrofia prostatica, epatocarcinoma, ipercalcemia e sindrome nefrosica.
L’utilizzo di nandrolone in concomitanza con altri farmaci ad azione anticoagulante e ipoglicemizzante o a cortisonici può incrementare rispettivamente il rischio di emorragie, ipoglicemia e ipertensione arteriosa.
Fra i vari effetti collaterali di un utilizzo del nandrolone si devono ricordare acne, ritenzione idrica, ipertensione arteriosa e mialgia. Un utilizzo indiscriminato del farmaco, al di fuori della supervisione medica, può essere anche fonte di problemi quali aumento del livello di trigliceridi nel sangue, inibizione della spermatogenesi (nell’uomo), riduzione della tolleranza ai glicidi.
Nelle donne l’assunzione di nandrolone ai fini anabolizzanti può indurre virilizzazione con conseguenti acne, raucedine, irsutismo e aumento della libido.
Il nandrolone provoca o accentua (se ereditaria) la tendenza al diabete; provoca danni al sistema cardiovascolare, disfunzioni al pancreas; nelle donne la mascolinizzazione è evidente. Certo, può sembrare poca cosa, se si considerano i lunghi elenchi associati ad altre sostanze, ma una modifica del quadro ormonale dell’individuo può manifestare problemi molto diversi e a lunga scadenza che sfuggono a ricerche troppo affrettate.

L’uso del nandrolone è indirettamente rilevabile nell’esame delle urine verificando la presenza del 19-norandrosterone, un suo metabolita
Nandrolone e doping
Immesso sul mercato nel 1959, il nandrolone è uno dei prodotti dopanti più diffusi in tutte quelle attività sportive dove la forza gioca un ruolo importante. Il primo punto da sottolineare è proprio questo: a prescindere da motivazioni etiche, in attività dove la forza e la potenza sono secondarie o, meglio, limitate da altri fattori, il ricorso al nandrolone non trova una giustificazione scientifica. Ben si comprende, dal punto di vista dei miglioramenti prestativi, il suo abuso nel calcio, nel ciclismo (dove la forza ha il suo peso), nel body building e nella velocità, un po’ meno nelle discipline di resistenza come il fondo o lo sci di fondo, soprattutto da parte di uomini, dove un incremento esagerato della massa muscolare può risultare persino controproducente. Per le donne il discorso è diverso perché comunque un aumento della massa muscolare ha un effetto mascolinizzante che migliora le prestazioni.
Il nandrolone viene rilevato rintracciando i prodotti della sua degradazione, ma, non essendo ancora del tutto chiaro se l’uomo lo produca naturalmente, viene considerato positivo un atleta che superi la concentrazione nelle urine di 2 nanogrammi/ml (per le donne 5 ng/ml). Il nandrolone non è in grado di trasformare un brocco in un campione, ma, dal momento che riduce i tempi di recupero e aumenta la forza, è una frode in ambito professionistico.
Le giustificazioni di chi viene “pizzicato” sono diverse:
a) il nandrolone è contenuto in tracce in normali integratori il cui uso prolungato farebbe superare la soglia;
b) in alcuni individui la produzione endogena sarebbe superiore ai limiti consentiti;
c) anche l’alimentazione potrebbe favorire l’incremento dei valori: 300 g di carne di cinghiale porterebbero il livello a 6-7 ng/ml.
In realtà si tratta solo di articoli giornalistici che fanno riferimento alle solite due o tre pagine e che riportano pari pari le poche informazioni sul nandrolone: come dire che ci sono tanti “esperti”, ma pochi che sanno veramente di cosa si parla.