Infortunio: menu generale. L’infortunio è un evento che altera la qualità della vita di chi è abituato a fare sport. In molti casi il problema è evidenziato dalle indagini del caso, in altri (sindrome invisibile da carico) no. Quest’ultimo dato è poco noto a medici poco attenti che concludono in modo affrettato che un loro paziente che non si fa più vedere è brillantemente guarito. Nello speciale sull’infortunio abbiamo esaminato il problema della diagnosi, le cause e le cure dell’infortunio. Una volta avviata la ripresa, è opportuno stabilire una strategia di ritorno. Primo punto da sottolineare: non ascoltate il terapeuta che vi invita a “provare” un eventuale miglioramento. Un concetto che deve essere chiaro è che: se la guarigione dall’infortunio non è totale qualunque sovraccarico può comportare una recidiva. Ci sono atleti che trascinano per mesi un infortunio che si sarebbe risolto in tre settimane. La causa è spesso l’amore per lo sport e il significato che esso ha nella nostra vita. Non poter esercitare la propria attività sportiva vuol dire non frequentare un ambiente (la palestra, il parco in cui corriamo, la pista d’atletica ecc.), non vedere gli amici, non provare certe sensazioni, non poter scaricare le tensioni della giornata. Significa dover rinunciare a eventi che si erano preparati per settimane. Significa temere di perdere il proprio stato di forma (ricordatevi comunque che con un riposo attivo, per esempio usando, se è possibile, la bici anziché la corsa, non si perde poi molto, soprattutto se non siete professionisti). Occorre mantenersi lucidi e riflettere come se fossimo noi i medici e dovessimo visitare un paziente. La strategia di ritorno deve essere intelligente e basata su livelli graduali di test.
STOP SUPERIORE A 60 gg. – Si consiglia di riprendere con il programma per principianti, magari sveltendolo (per esempio un livello ogni 2 gg.).
STOP INFERIORE a 60 gg. – La strategia che vi propongo è su cinque livelli; sono numerati da 0 a 4 per indicare che, se si è al livello 0, si è ancora decisamente infortunati. Purtroppo conosco runner che al livello 0 hanno preso il via alla maratona alla quale “non potevano rinunciare” con il solo risultato di ritirarsi dopo pochi chilometri o di finirla in condizioni tali da averne danni permanenti. I livelli sono tarati in modo da non essere lesivi, purché ovviamente si rispetti il principio di fermarsi se si sente qualcosa.
Livello 0 – Il fastidio non deve essere presente nella normale attività di un sedentario, deve essere completamente scomparso. Un leggero fastidio presente camminando, correndo si trasforma in una recidiva dolorosa. Un’ottima prova per il livello zero è il test della scala: salire e scendere velocemente due o tre rampe di scale senza avvertire dolore o fastidio.
Livello 1 (test del chilometro) – Correte a 5’30″/km per 1 km (o 30″ più lenti se valete più di 21′ sui 5000). Se non sentite nulla passate alla fase 2. Appena avvertite fastidio o dolore, fermatevi e rimandate il test: non siete ancora pronti.
Livello 2 (test del riscaldamento) – Correte 1 km a 5’30” + 1 km a 5′ + 1 km a 4’30” (sempre 30″ in più se valete più di 21′ sui 5000). Come sopra, se sentite qualcosa: STOP.
Livello 3 (test del lento) – Correre 6 km al ritmo del vostro fondo lento + 1 km al ritmo del 10000. Come sopra, se sentite qualcosa: STOP.
Livello 4 (go!) – Dopo i 6 km di fondo lento, effettuate 500 m al ritmo dei 3000 m: tre minuti di sosta e, dopo il solito stretching dolce, 3 allunghi sciolti da 80 m. Se non sentite nulla, potete ricominciare con un programma di allenamento (che evidentemente dipenderà dalla durata della sosta).
I vari livelli possono essere provati uno al giorno, successivamente. In caso di stop si deve aspettare due o tre giorni per riprovare.
Un’avvertenza: non barate! Non ripetetevi: “non sento nulla” se invece è presente quel piccolo fastidio o il doloretto sopportabile.
Ricordatevi che la gestione di un infortunio dà anche la vostra dimensione umana. Per quanto lo sport sia importante, un periodo di stop non può mandarvi in crisi esistenziale. Nello spirito di La felicità è possibile si può indirizzare la propria capacità d’amare verso altri oggetti d’amore. Molti runner che l’hanno letto mi hanno confessato di essere rimasti sorpresi di come hanno affrontato positivamente un infortunio imprevisto. Per chi non lo ha letto consiglio almeno l’articolo Paura dello stop sportivo.