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Endorfine

Le endorfine sono sostanze chimiche prodotte dalla ghiandola pituitaria e dall’ipotalamo e, in misura minore, da altri tessuti; tali sostanze sono dotate di elevati poteri analgesici (antidolorifici) ed eccitanti. Alcuni definiscono le endorfine come “ormoni del benessere”. Le endorfine sono proteine le cui proprietà biologiche sono molto simili a quelle della morfina e degli oppiacei. Il termine deriva appunto da endogeno (ciò che si genera internamente a una cellula o a un organismo) e morfina volendo con esso indicare una sostanza morfino-simile prodotta all’interno del corpo. Il mondo scientifico iniziò a interessarsi a queste sostanze negli anni ’70 del secolo scorso allorché si scoprì che il sistema nervoso centrale era dotato di specifici recettori per sostanze morfino-simili; la presenza di tali recettori fece ritenere che l’organismo umano fosse quindi in grado di sintetizzare tali sostanze che furono in seguito identificate e, basandosi sulle loro peculiari caratteristiche, chiamate endorfine.

Endorfine – Funzioni

A tutt’oggi sono state identificate quattro diverse classi di endorfine: alfa, beta, gamma e sigma; esse sono coinvolte in numerosi processi tra i quali:

  • la regolazione del ciclo delle mestruazioni
  • la regolazione della temperatura corporea
  • la regolazione dell’umore
  • la produzione ormonale
  • la regolazione dell’appetito
  • le funzionalità relative all’apparato gastrointestinale (secrezioni digestive e pancreatiche, motilità intestinale ecc.)
  • la regolazione del sonno
  • la percezione dolorifica (le endorfine aumentano la tolleranza agli stimoli dolorifici)
  • le reazioni a eventi stressanti sia di tipo fisico che psichico

ecc.

Endorfine

Uno dei fattori che influenzano maggiormente il rilascio di endorfine è l’attività fisica

Relazione con l’attività fisica

È stato ormai ampiamente dimostrato che uno dei fattori che influenzano maggiormente il rilascio di endorfine è l’attività fisica (Harber e Sutton, 1984).

L’incremento dei livelli sierici di endorfine è legato a criteri soggettivi, ma, mediamente, si registrano aumenti delle concentrazioni plasmatiche di queste sostanze vicini al 500%. Ciò sembrerebbe spiegare il perché la maggior parte delle persone che praticano un’attività fisica a un’intensità medio-alta riferiscano generalmente di un miglioramento generale del tono dell’umore e di una notevole riduzione delle sensazioni di ansia e di stress (un fenomeno che nella corsa viene definito come runner’s high, l’euforia del runner), senza dimenticare i benefici relativi all’aumento della soglia di tolleranza al dolore e alla fatica.

Alcuni autori (Allen e Coen, 1987) ipotizzano che l’aumentato livello di endorfine esplichi la sua benefica attività non solo durante l’esercizio fisico, ma anche nel periodo post-allenamento; ciò spiegherebbe perché, per esempio, la stragrande maggioranza dei runner riferiscano di una notevole sensazione di benessere che perdura per alcune ore dopo il termine dell’attività sportiva.

Non tutti sembrano concordare con l’equazione

attività fisica (sport)=rilascio d’endorfine=sensazione di benessere;

alcuni autori infatti ipotizzano che il rilascio di tali sostanze faccia parte dei normali meccanismi di risposta che l’organismo mette in atto di fronte a situazioni stressanti e che non sempre tale rilascio coincida con un miglioramento del tono dell’umore; il rilascio di endorfine avverrebbe cioè non solo quando un soggetto è in una situazione di stress positivo (eustress), ma anche quando egli sperimenta una situazione di stress negativo (distress); secondo questa corrente di pensiero, la cosiddetta dipendenza del runner (runner’s addiction) sarebbe un fenomeno legato non tanto al rilascio di droghe naturali (appunto le endorfine) quanto alla personalità del soggetto.

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