L’efedrina è una sostanza contenuta in alcune varietà (soprattutto quelle esotiche) del genere Ephedra. L’Efedra (Ephedra) è un genere di piante arbustive appartenente alla divisione Gnetophyta. Il genere Ephedra conta più di 40 specie presenti nelle aree asciutte delle regioni temperate e tropicali delle due Americhe, dell’Europa, dell’Asia e del Nord Africa. Sono tre le specie maggiormente utilizzate commercialmente: l’Ephedra sinica, l’Ephedra intermedia e l’Ephedra equisetina. All’interno della droga sono presenti diversi alcaloidi; fra i più importanti vi sono la già citata efedrina e la pseudoefedrina, sostanze utilizzate in farmaci e integratori. L’efedrina ha un effetto eccitante sul sistema nervoso centrale e stimolante su quello simpatico; ha un comportamento simile a quello dell’adrenalina; è caratterizzata da un’azione energica e protratta nel tempo. Viene usata in medicina per la cura dell’asma e di alcune malattie cardiovascolari; in oculistica è inoltre utilizzata per provocare la dilatazione della pupilla.
L’efedrina può anche essere prodotta sinteticamente. Deve essere ricordato che le anfetamine sono derivati sintetici di tale sostanza. Usate in medicina come terapia sintomatologica della narcolessia e del morbo di Parkinson, le anfetamine provocano assuefazione ed effetti collaterali (aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, insonnia e allucinazioni).
L’abuso di anfetamine viene classificato tra le tossicodipendenze e può causare psicosi acute e collasso cardiocircolatorio o respiratorio. È ovvio che gli stessi problemi si hanno per abuso di efedrina.
Dagli sportivi l’efedrina viene utilizzata, generalmente insieme ad altre sostanze, per la riduzione del peso corporeo e per l’effetto stimolante.

L’Ephedra distachya, nota anche come “uva marina” è soprattutto diffusa in Sardegna e nelle regioni meridionali
Efedrina: effetti dimostrati
Diversi sono gli effetti dimostrati dalle ricerche:
- migliora l’irrorazione muscolare a scapito di quella splancnica e cutanea;
- incrementa la lipolisi e migliora la disponibilità dei glicidi;
- è uno stimolante del sistema nervoso centrale (aumenta l’aggressività e la vigilanza, attenua il senso di fame e quello di fatica);
- provoca broncodilatazione e vasocostrizione;
- aumenta la pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco;
- ha effetti diuretici e può indurre dipendenza psichica.
Avvertenze
Gli effetti psicostimolanti dell’efedrina sono inferiori rispetto a quelli indotti dalle anfetamine, ma i suoi effetti periferici, quelli che provocano la maggior parte degli effetti collaterali a essa attribuibili, sono superiori.
L’efedrina può indurre dipendenza; dal momento che gli effetti psicostimolanti sono ridotti, spesso si tende al sovradosaggio, con conseguente comparsa di effetti collaterali che in alcuni casi possono essere molto seri (aritmie, arresto cardiaco, collasso cardiocircolatorio, collasso respiratorio, insonnia, psicosi, tachicardia ecc.) fino ad arrivare addirittura alla morte.
Dose efficace
La Federal Drug Administration (FDA) statunitense ha stabilito una dose massima e così anche il Comitato Olimpico Internazionale (oltre 5 mcg/ml massimi di efedrina + fenilpropanolamina nelle urine si è positivi all’antidoping). L’assunzione della sostanza è comunque sconsigliata, fatta eccezione per quei pochissimi casi in cui essa è necessaria a scopo terapeutico.
A cosa serve l’efedrina?
L’efedrina è scarsamente utilizzata in ambito medico. In alcuni casi viene prescritta come terapia sintomatica della narcolessia, del morbo di Parkinson, della miastenia e si può trovare anche in decongestionanti nasali.