Il colpo di calore (più tecnicamente, ipertermia) è un disturbo provocato da un rapido innalzamento della temperatura corporea. Va innanzitutto precisato che ipertermia non è sinonimo di febbre; infatti, mentre la febbre è un aumento di temperatura legato a un danno verificatosi al centro di regolazione della temperatura, l’ipertermia è una condizione persistente di squilibrio tra ingresso e uscita di calore, squilibrio che provoca un progressivo rialzo della temperatura corporea i cui livelli divengono patologici. La precisazione è decisamente importante a livello clinico perché, pur trattandosi di due condizioni caratterizzate da un rialzo della temperatura corporea oltre i livelli considerati fisiologici, l’approccio terapeutico alle due condizioni è decisamente diverso (tanto per intendersi: è perfettamente inutile somministrare un farmaco ad azione antipiretica (antifebbrile) a un soggetto che ha subito un colpo di calore).
Cause
Nel caso in cui un soggetto subisca uno stress termico particolarmente intenso, possono verificarsi problemi che fanno saltare i normali meccanismi di termoregolazione; ciò è alla base della sintomatologia che caratterizza il colpo di calore.
Le tipiche cause alla base del colpo di calore sono, di norma, le condizioni climatiche che caratterizzano i mesi più caldi: temperatura dell’aria decisamente elevata, tasso di umidità particolarmente alto ed esposizione prolungata ai raggi solari.

Il primo stadio del colpo di calore è il cosiddetto stress da calore; il soggetto colpito è confuso, accusa crampi muscolari e generalmente è vittima di nausea e/o vomito
Colpo di calore – Sintomi
Il colpo di calore è caratterizzato dall’insorgenza di vari sintomi e segni.
Il primo stadio del colpo di calore è il cosiddetto stress da calore; il soggetto colpito è confuso, accusa crampi muscolari e generalmente è vittima di nausea e/o vomito. Altri sintomi caratteristici sono cute molto calda e arrossata, tachicardia, annebbiamento visivo e ronzio alle orecchie.
Allo scopo di dissipare l’eccessivo calore l’organismo reagisce attraverso una copiosa sudorazione; se nel corso di questa fase si pone rimedio al problema, il tutto può risolversi in tempi relativamente brevi e senza particolari conseguenze; se invece l’esposizione a una temperatura eccessiva permane, la temperatura corporea continua a innalzarsi (la perdita di liquidi dovuta all’ipersudorazione, se non compensata con rifornimenti idrici, porta l’organismo alla disidratazione; quando la sudorazione non può più essere sostenuta per mancanza di liquidi, il soggetto non suda più e la temperatura del corpo sale molto velocemente); quando si raggiungono i 39-40 °C si entra nella fase del colpo di calore vero e proprio (ipertermia conclamata).
Nel caso in cui la temperatura corporea superi i 40 °C, i rischi per la salute della persona colpita cominciano a diventare particolarmente importanti e, se non si agisce con notevole tempestività, c’è il pericolo di danni di notevole rilievo a livello cerebrale (a 41 °C il cervello comincia a subire i primi danni ed eventuali danni permanenti sono legati a entità e durata della condizione di ipertermia); se la temperatura supera i 44 °C difficilmente il soggetto potrà sopravvivere.
In molte circostanze il soggetto, perdendo lucidità, complica il lavoro ai soccorritori, spesso manifestando nei loro confronti una certa ostilità. Peraltro, in molti casi, la vittima del colpo di calore accusa mal di testa e la sua condizione generale fa spesso pensare a un problema di tipo alimentare (intossicazione).
Dal momento che la disidratazione porta a una riduzione della pressione arteriosa, non mancano i casi di confusione mentale o addirittura di svenimento, in particolar modo se il soggetto si trova in posizione seduta e si alza repentinamente.
Se il colpo di calore interessa i bambini molto piccoli, si possono avere episodi convulsivi.
Gli stadi finali del colpo di calore sono il coma e la morte.
Colpo di calore – Cosa fare?
Il colpo di calore può far precipitare rapidamente le condizioni di salute del soggetto portandolo al collasso cardiocircolatorio. Allo scopo di evitare questa circostanza è necessario tentare di diminuire il più velocemente possibile la temperatura corporea della vittima evitandole conseguenze che, come detto nel paragrafo precedente, possono essere particolarmente gravi, se non addirittura fatali.
Gli interventi più immediati e facili da eseguire sono l’immersione della persona in acqua fredda e l’applicazione di ghiaccio; mentre si attendono i soccorsi (il ricorso a un soccorso medico qualificato è obbligatorio in caso di colpo di calore; troppo alto è infatti il rischio di shock ipovolemico causato dalla notevole perdita di liquidi e sali); oltre alle due misure d’emergenza ricordate poco sopra, si potranno mettere in atto diverse manovre di una certa utilità quali posizionare la vittima in posizione antishock (ovvero con gli arti inferiori leggermente sollevati) in una zona fresca e riparata dai raggi solari, ventilarla, sfregarle il corpo con alcol, inumidirle la cute con un asciugamano inzuppato di acqua fredda e idratarla con acqua miscelata a integratori salini (ovviamente la somministrazione di liquidi può essere fatta soltanto se la vittima non è in stato di incoscienza).
Vanno evitate in maniera assoluta le somministrazioni di alcolici, superalcolici o caffè, tutte bevande che inducono vasodilatazione e finirebbero per aggravare la situazione di per sé già piuttosto critica.
Soggetti a rischio e prevenzione
Tutti possono essere colpiti da un colpo di calore, ma vi sono soggetti in cui il rischio di restare vittima di ipertermia è più elevato; è per esempio il caso di soggetti di età superiore ai 65 anni, neonati e bambini molto piccoli, donne in stato interessante, soggetti affetti da disturbi psichici, soggetti dalle ridotte capacità cognitive, obesi, persone affette da patologie cardiovascolari e tutti coloro che praticano attività sportiva all’aperto durante i mesi estivi. Per quanto riguarda quest’ultima categoria di soggetti, trattiamo la questione nel paragrafo successivo.
Cosa fare per minimizzare i rischi di ipertermia?
La prevenzione del colpo di calore passa attraverso diversi accorgimenti dettati dal semplice buon senso, ovvero limitare al minimo le esposizioni al sole durante le ore più calde, iniziare una dieta dimagrante (le persone obese corrono un rischio tre volte superiore di soffrire di colpi di calore rispetto ai soggetti normopeso), consumare pasti regolari evitando le abbuffate e mantenersi regolarmente idratati evitando di consumare alcolici e superalcolici durante le ore più calde. Altri consigli che si possono dare sono quelli di indossare vestiti leggeri e ampi in modo da facilitare la traspirazione nonché indossare un cappellino per tenere più fresco il capo.
Una cosa di cui è bene tenere conto è che non c’è solo la temperatura elevata alla base di un colpo di calore, ma anche i tassi di umidità più alti del normale. Non è un caso, infatti, che in molte circostanze, i colpi di calore si verifichino quando la temperatura ambientale non è particolarmente eccessiva, ma il tasso di umidità è decisamente elevato (>90%).
Colpo di calore e attività sportiva
Nei climi temperati il colpo di calore interessa principalmente gli sportivi perché raramente colpisce lavoratori o turisti (esposizione prolungata al sole) che generalmente hanno una percezione migliore delle sensazioni spiacevoli che il colpo di calore produce, sensazioni che l’atleta, impegnato nello sforzo, tende a spesso sottovalutare.
Ovviamente, i soggetti più a rischio sono coloro che si cimentano in un’attività sportiva all’aperto durante le ore più calde della giornata. In questi casi, infatti, c’è il rischio che la sudorazione indotta dall’attività fisica non sia sufficiente a raffreddare adeguatamente il corpo.

Nei climi temperati il colpo di calore interessa principalmente gli sportivi
Oltre all’ovvio consiglio di non allenarsi o gareggiare nelle ore più a rischio (si consulti l’articolo Correre con il caldo), in particolar modo se il tasso di umidità è particolarmente alto, è consigliabile praticare sport indossando abiti leggeri e traspiranti (preferibilmente di colore chiaro) evitando di mettere indumenti realizzati con materiali sintetici che poco aiutano la traspirazione corporea. A seconda delle condizioni climatiche, è sicuramente opportuno idratarsi in modo adeguato.
Cogliamo l’occasione per ricordare, a chi ancora ne è erroneamente convinto, che sudare molto non vuol dire dimagrire. È pertanto decisamente assurdo (e a volte pericoloso) coprirsi eccessivamente sperando che una sudorazione copiosa ci aiuti a perdere le calorie che riteniamo aver accumulato in eccesso.
Nel caso in cui, durante la pratica sportiva, si avvertano i sintomi di quello che potrebbe essere un colpo di calore, è necessario interrompere l’attività fisica monitorando le proprie condizioni fisiche eventualmente ricorrendo all’intervento di terzi.