Antibiotici e tendiniti potrà sembrare a molti uno strano accostamento; in realtà ha un suo senso e abbiamo deciso di scrivere questo articolo in seguito ad alcune richieste di amici del sito che avevano consultato il nostro articolo Antibiotici e prestazione sportiva e non avevano trovato risposta al loro quesito relativamente all’associazione fra assunzione di antibiotici e insorgenza di tendiniti. L’insorgenza di una tendinite (o addirittura la rottura atraumatica del tendine di Achille) è infatti un effetto collaterale, peraltro ben noto alla classe medica, dei fluorochinoloni, una classe di farmaci alla quale appartiene un antibiotico molto noto, la levofloxacina (Levoxacin, Prixar e Tavanic), farmaco in commercio da molti anni (marzo 1998) e indicato per la terapia delle infezioni sostenute dai germi sensibili a esso sensibili. Dopo l’inizio della commercializzazione in Francia, si è registrato un notevole numero di segnalazioni di tendiniti in seguito all’assunzione del farmaco in questione; il problema era stato particolarmente evidente soprattutto nel caso di soggetti anziani che ricevevano contemporaneamente un trattamento per via sistemica con corticosteroidi (i chinoloni possono facilitare l’aumentata espressione della metallo-proteinasi della matrice nei tessuti, che determina il danno del tendine; ciò si verifica più frequentemente negli anziani e nelle persone che assumono corticosteroidi).
I dati della farmacovigilanza italiana, anche se numericamente inferiori a quelli della farmacovigilanza transalpina, confermano quanto sopra riportato.
Antibiotici e tendiniti: alcuni suggerimenti
Visto quanto sopra, è sicuramente opportuno, nel caso si renda necessario un trattamento farmacologico a base di chinoloni o fluorochinoloni, mettere in atto misure che consentano la riduzione degli effetti indesiderati di questi farmaci, in particolar modo quelli della levofloxacina.
Va comunque precisato che le affezioni tendinee e le tendiniti sono eventi abbastanza rari (1:1.000) e la rottura del tendine di Achille è un evento ancora meno infrequente (1:10.000). Questi effetti indesiderati possono fare la loro comparsa, come nel caso degli altri chinolonici, generalmente entro 48 ore dall’inizio di trattamento, ma anche in seguito e bilateralmente.
È quindi importante tenere di conto che:
- come tutti i fluorochinolonici la levofloxacina non deve essere utilizzata in soggetti con affezioni tendinee che hanno fatto la loro insorgenza dopo un precedente uso di fluorochinolonici;
- i soggetti anziani sono più predisposti alle tendinite;
- il rischio di rottura del tendine di Achille sembra essere aumentato dal trattamento concomitante con corticosteroidi;
- se si sospetta una tendinite il trattamento con la levofloxacina (o un altro chinolonico) deve essere interrotto immediatamente e la tendinite trattata appropriatamente.
Va ulteriormente precisato che le informazioni sopra riportate non modificano il favorevole profilo di beneficio-rischio complessivo della levofloxacina, quando questa viene utilizzata per le appropriate indicazioni; suggeriscono comunque che i soggetti over 65 e in terapia concomitante con corticosteroidi hanno un rischio più elevato di tendinopatia.
In questi soggetti dunque, il beneficio della terapia con levofloxacina dovrebbe essere accuratamente valutato nei confronti dei rischi.