Perché parlare di antibiotici e prestazione sportiva? Perché gli antibiotici sono lo spauracchio di tutti gli sportivi: farmaci “normali” se assunti da un sedentario, ma terribili tagliagambe se usati da un runner o comunque da chiunque pratichi un’attività fisica a intensità medio alta. In realtà le cose non stanno proprio così ed è necessario fare chiarezza sulla reale influenza degli antibiotici sulla prestazione. La credenza che gli antibiotici indeboliscano si basa sul fatto che essi possono eliminare i batteri naturalmente presenti nell’organismo, causando infezioni di rimbalzo come quelle intestinali. In effetti quando l’infezione causata dall’assunzione di antibiotici si manifesta, l’organismo si deve ritenere abbastanza debilitato, ma è anche vero che assunzioni di pochi giorni non causano la distruzione della flora batterica utile. Questo concetto è abbastanza sconosciuto in quanto la maggioranza delle persone è incline a credere che il problema parta fin dalla prima assunzione del farmaco. Ragionevolmente si potrebbe stimare che per assunzioni inferiori ai 3-4 giorni non si abbia nessuna influenza sulla prestazione sportiva. La frase precedente sarà sicuramente contraddetta da tutti quei runner che hanno assunto antibiotici per qualche infezione batterica per pochi giorni e poi sono rimasti con le gambe molli (un peggioramento anche di 5-10″/km) per un paio di settimane. Essi hanno però individuato la causa sbagliata: le gambi molli e la sensazione di stanchezza (e il conseguente peggioramento prestativo) sono problemi causati dalla patologia, non dagli antibiotici assunti! Una brutta faringite batterica con febbre, trattata con antibiotici, lascia comunque evidenti segni sull’organismo che è stato attaccato, tant’è che anche atleti che non hanno usato antibiotici preferendo una guarigione più “naturale” manifestano comunque problemi di forma: un buon motivo per non ammalarsi e non credere che la “malattia fortifichi il nostro corpo”.
Quando servono gli antibiotici
Occorre ricordarsi che
le infezioni virali non si curano con gli antibiotici.
Per avere un esempio di come capire se un’infezione è virale o batterica si consulti la pagina sulla faringite.
Assunzioni limitate (3-4 giorni) di antibiotici
Pur tenendo conto che sono ormai molti gli antibiotici ad azione piuttosto rapida (tre giorni di assunzione), la durata dell’assunzione e il tipo di antibiotico devono essere stabiliti dal medico.
A titolo preventivo – Se, per esempio, in seguito a un intervento odontoiatrico il medico prescrive antibiotici per quattro giorni, si può ragionevolmente pensare che l’organismo non abbia subito un attacco batterico e quindi si può pensare che (a prescindere dal disagio dell’intervento) il danno sulla prestazione sportiva sia minimo, se non addirittura nullo.
Infezione senza febbre – La febbre conseguente a un attacco batterico è indice della gravità generale dell’infezione; l’esempio classico che si fa è che per una piccola infezione a un dito l’impiego di antibiotici non è correlato a gravi danni perché la patologia è di modesta entità.
Infezione con febbre – In questo caso la patologia è sicuramente più grave e il tempo di recupero per ristabilirsi da essa non può essere minimo.
Tale tempo è sicuramente individuale, ma occorre evitare di fare gli “eroi” allenandosi o gareggiando come prima, subito dopo essersi ripresi.
Realisticamente, in questi casi, è consigliabile un tempo di 10-15 giorni di “rodaggio” per il ripristino del normale carico allenante.
In questa fase l’atleta verificherà progressivamente le sensazioni fino alla completa normalità.
Assunzione lunga (oltre 4 giorni) di antibiotici
Oltre alle avvertenze di cui al paragrafo precedente occorre tener conto che l’azione degli antibiotici sulla flora batterica “utile” incomincia a diventare sensibile.
Le normali raccomandazioni di assumere fermenti lattici (usare fermenti probiotici o farmaci ad hoc, non i semplici fermenti lattici dello yogurt normale che non sono in grado di arrivare nell’intestino in percentuali significative) e integratori vitaminici sono sempre utili.
Antibiotici e tendiniti
Alcuni tipi di antibiotici (per esempio, quelli appartenenti alla categoria dei fluorochinoni) possono favorire l’insorgenza di affezioni tendinee; per approfondire questo specifico argomento si consulti il nostro articolo Antibiotici e tendiniti.

L’insorgenza di una tendinite (o addirittura la rottura atraumatica del tendine di Achille) è un effetto collaterale dei fluorochinoloni