Il Super Slow è un metodo di allenamento nato negli USA oltre dieci anni fa basato sullo slow training: ci si allena in modo lento (è nato concettualmente in contrapposizione all’aerobica) ripetendo per una ventina di minuti (una sola seduta settimanale!) sei esercizi distinti ad altrettante macchine; ogni esercizio è suddiviso in dieci movimenti, ognuno dei quali dura quattordici secondi. Operando così lentamente si stimola la crescita di nuove fasce muscolari (per contrastare la tendenza alla “chiusura” del movimento) con conseguente spesa calorica e dimagramento. L’inventore Ken Hutchins sosteneva che questo tipo di training avrebbe potuto portare in palestra tutti coloro che, spaventati dalla fatica, se ne erano tenuti alla larga. In realtà, dopo un boom iniziale, gli scarsi risultati hanno di fatto bloccato il passaparola e il metodo è ora solo più che una curiosità, anche se alcuni preparatori (non moltissimi) continuano a proporlo nelle loro palestre ritenendolo un ottimo metodo per migliorare la forza resistente, la separazione muscolare e la capillarizzazione.
Cosa funziona nello slow training
I calcoli di Hutchins sono effettivamente corretti: chi ha una muscolatura flaccida, se esegue correttamente gli esercizi, in un mese può bruciare circa 9.000 kcal, cioè l’equivalente di 300 kcal al giorno. Sembra una quantità impressionante, ma è ben poca cosa se si considera che un runner di 70 kg che corre per 12 km al giorno brucia in un mese circa 24.000 kcal.

Scopo della tecnica Super Slow è quello di stimolare la crescita di nuove fasce muscolari con conseguente spesa calorica e dimagramento
Cosa non funziona
Purtroppo sono molte le cose che non funzionano. Il paragone con il runner ci dice già che lo slow training può esser solo un piccolo aiuto a una dieta ipocalorica.
Praticamente equivale a correre per 5-6 km al giorno, tutti i giorni.
Chi ci ha provato sa che 300 kcal al giorno non sono nulla se non si sta anche a dieta. Inoltre i benefici riguardano solo i primi tempi; una volta che le nuove fasce muscolari si sono create, occorre ritornare ai vecchi sistemi per bruciare grasso. È poi vero che si tratta di una seduta di soli 20′ alla settimana, ma lo svolgimento corretto degli esercizi non è cosa facile e chi non ha sufficiente concentrazione rischia di eseguirli male o troppo velocemente, vanificando il discorso che sta alla base del metodo.
Va inoltre considerato che i costi del training sono alti: sono richieste macchine apposite per una popolazione che viene in palestra una volta alla settimana: quanti gestori di palestra rischierebbero di svuotare il proprio impianto, investendo in nuove macchine, solo per provare un metodo che rischia di essere efficace solo nel primo mese?