I test di laboratatorio sono affidabili? Dipende, e noi più volte mettiamo in guardia da un’eccessiva fiducia in essi. Purtroppo molti runner vi ricorrono nella speranza di avere su di sé informazioni “magiche” che possano rivoluzionare i loro allenamenti e la loro vita sportiva. Questo errato atteggiamento è anche alimentato da una serie di studiosi che cercano di monetizzare scoperte interessanti, ma mai definitive, dando loro l’aspetto di verità assolute, uniche e incontrovertibili. Ecco allora che fiorisce il test X eseguito presso il centro Y o il test Pippo realizzato dal centro Pluto. Di solito questi test sono piuttosto costosi, ma rilasciano una serie di numeri di scarso valore, dotati però di notevole suggestione scientifica. Come sanno i runner più evoluti, le grandezze dell’atleta si misurano facilmente con prove sul campo. Per esempio: 1) massimo consumo di ossigeno: test dei 7′; 2) soglia anaerobica: test dei 10 km. Il tutto a costo zero (o meglio al solo prezzo di una gran fatica).
Perché i test non sono affidabili: l’abitudine
Il primo e intuibile motivo di scarsa attendibilità è l’abitudine a eseguire un test. Il top runner che lo ha eseguito decine di volte ha sicuramente dei dati più affidabili dell’amatore che lo ha eseguito una sola volta nella vita. Se si considera l’equipaggiamento necessario (respiratore, fascia cardiaca, tapis roulant o cicloergometro ecc.), è subito evidente che occorre un certo numero di volte per correre in modo naturale ed efficiente; probabilmente ci sono soggetti che mai si abitueranno: basta pensare che nessun runner farebbe una gara in cui deve dare il massimo con scarpe da running che sente pesanti e poco reattive. Figuriamoci se può dare il massimo (altrimenti che test è?) con indosso la strumentazione da laboratorio. Si potrebbe obiettare che ciò che importa è il divario relativo, non tanto il dato assoluto. Se sono migliorato del 3% nel massimo consumo di ossigeno dovrei essere contento. Ma sono realmente migliorato o mi sono semplicemente meglio adattato alla strumentazione la seconda volta (magari dopo un mese) che eseguo il test? Nessuno può dirlo e ciò sminuisce di molto il valore del test.
Perché i test non sono affidabili: il tipo di esercizio
Per fortuna non esistono solo ricercatori che cercano di monetizzare le loro ricerche: Ne esistono altri che mettono sotto la lente di ingrandimento il lavoro dei loro colleghi e, con notevole spirito critico, ne mostrano i limiti. Cosa hanno scoperto?
Diversi test
Innanzitutto che i loro colleghi non sono d’accordo. Per il calcolo del massimo consumo di ossigeno esistono almeno 6 test ultranoti (Naughton, Astrand, Bruce, Balke, Ellestad, Harbor). Il fatto che esistano decine di test per il calcolo della singola grandezza ridimensiona il singolo test che non può certo dirsi il migliore, oggettivamente parlando. A cosa sono dovuti i risultati diversi? Al fatto che ogni soggetto ha un certo scostamento dalla media teorica del modello che intende misurare una determinata grandezza. I vari test tentano (senza riuscirci) di azzerare questo scostamento, facendo convergere tutti i soggetti verso il loro vero valore.

I mezzi più comunemente usati per i test di laboratorio sono il tapis roulant), il cicloergometro e la salita/discesa su un gradino
Diversi mezzi
La causa più importante di non affidabilità è l’uso di mezzi diversi. I più noti sono l’ergometro trasportatore (tapis roulant), il cicloergometro e la salita/discesa su un gradino. Si è scoperto (Lortie, 1986, e Schulman, 1989) che le misure delle varie grandezze dipendono dalla massa muscolare attivata. Ciò significa che se il gesto atletico è diverso ottengo risultati diversi. Così:
- se un runner usa un ergometro a braccia ottiene in media il 70% del suo massimo consumo di ossigeno.
- Se misuro il massimo consumo di ossigeno di nuotatori con un ergometro trasportatore ottengo il 20% in meno del valore reale.
- Se un runner misura il massimo consumo di ossigeno su un cicloergometro (Kasch) ottiene valori decisamente inferiori rispetto a quelli misurati su un ergometro trasportatore. È vero il viceversa per un ciclista.
Da qui dovrebbe discendere l’ovvio consiglio per un runner di eseguire test di laboratorio con il solo ergometro trasportatore, a prescindere da tutte le perplessità che abbiamo comunque sollevato su tale scelta.