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Raffreddore e corsa

Raffreddore e corsa sono compatibili? O più semplicemente: ho il raffreddore. Corro oppure no? La risposta è articolata e richiede un esame della tipologia del problema, premesso che non ci occuperemo di situazioni croniche, eventualmente aggravate (riniti vasomotorie o allergiche, sinusiti ecc.), ma solo della classica situazione acuta (raffreddore, influenza, mal di gola ecc.). L’attività fisica minimizza il rischio individuale rispetto a una vita sedentaria (Nieman, 1993) e questo è ormai un dato di fatto. Ciò non vuol dire che chi corre è immune dalle infezioni alle vie respiratorie, ha solo minori probabilità di ammalarsi. In alcuni casi ciò si traduce in una probabilità molto bassa o pressoché nulla (esistono soggetti che non hanno mai fatto un’influenza), in altri in un ridimensionamento delle occorrenze personali e dei sintomi. Si deve anche notare che un’attività strenua come la maratona riduce le difese immunitarie per una o due settimane (Heath, 1991, e Peters, 1993). È per questo che comunque la settimana dopo la maratona dovrebbe essere di assoluto scarico anche se ci si sente molto bene. Un dato: il 13% di coloro che hanno partecipato alla maratona di Los Angeles ha avuto problemi nella settimana successiva alla prova, mentre ciò è accaduto solo al 2% di coloro che si erano iscritti, ma non avevano partecipato (non per malattia, ovviamente). Ritorniamo al quesito iniziale: un atleta che si ammala alle vie respiratorie può correre e come deve farlo? Occorre considerare che:

  1. l’attività fisica moderata aumenta le difese immunitarie per parecchie ore dopo lo sforzo (Keast, 1988).
  2. L’attività fisica strenua riduce le difese, come abbiamo visto sopra. Se ciò predispone ad ammalarsi, causa anche un rallentamento della guarigione. Occorre notare che per “attività fisica strenua” si intende un impegno massimale e non semplicemente un buon allenamento.
raffreddore e corsa

Raffreddore e corsa sono compatibili?

Dai punti sopraccitati consegue che:

a) se l’atleta non presenta febbre, può allenarsi, ma non gareggiare, fare test ecc. L’ideale è il classico fondo lento o un buon progressivo. La febbre è un indice molto accurato della gravità del problema e della sua estensione. Un fastidioso mal di gola senza febbre indica un problema locale che può essere “aiutato” con un buon lento.

b) Se c’è febbre è meglio astenersi dall’attività sportiva. Il beneficio teorico che si avrebbe da un’attività moderata non è compensato dall’oggettiva constatazione che lo stato dell’atleta è in generale compromesso dalla patologia.

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