Quando il runner può dirsi infortunato? Vediamo prima la risposta sbagliata: si parla di infortunio quando esiste una zona che provoca fastidio o dolore. Se questa fosse la risposta giusta moltissimi runner avrebbero cessato di correre da un pezzo. Questa conclusione vale quanto più il soggetto è allenato ed è giovane, per esempio nel caso del professionista.
I dolori del principiante
Il principiante viene penalizzato da due fattori fondamentali:
- allenamento insufficiente; l’allenamento migliora le capacità di recupero e il recupero è essenziale per non avvertire dolorabilità (muscolare, tendinea, articolare ecc.). Inoltre quanto più si è allenati tanto più le strutture utilizzate sono abituate allo sforzo e quindi si stressano di meno.
- Soglia del dolore; anche nei soggetti psicologicamente più deboli, tale soglia inevitabilmente con l’abitudine alla corsa si alza e ciò che veniva avvertito come dolore viene in seguito avvertito come semplice fastidio.
Per chi è entro il primo anno di corsa i doloretti sono normali e non è il caso di preoccuparsi. Basta distanziare opportunamente le sedute e gestirli con saggezza. Infatti gran parte dei doloretti del principiante con una saggia distribuzione degli allenamenti o restano costanti o scompaiono a poco a poco: per questo si parla di adattamento. I punti più critici sono il tendine d’Achille, il tendine rotuleo, il ginocchio, la schiena, il fascio plantare.

Si parla di infortunio quando esiste una zona che provoca fastidio o dolore
I dolori dell’over 40
È impensabile che l’età ortopedicamente non conti. Basti pensare che l’artrosi o le protrusioni discali sono fenomeni che colpiscono la quasi totalità della popolazione (un po’ come la rarefazione dei capelli…), quello che cambia da soggetto a soggetto è il grado di gravità della patologia.
Le cose più importanti da fare sono sicuramente una prevenzione corretta (limitazione del sovrappeso, stile di vita corretto ecc.) e un approccio aggressivo (impiego di integratori e farmaci per limitare i danni del tempo, terapie ad alto livello per riparare i danni ecc.). Fatto questo, è normalissimo che restino fastidi e doloretti che, pur non impedendo la pratica sportiva, possono essere fastidiosi. In tal caso non si può parlare di infortunio, ma soprattutto non si deve abbandonare l’attività sportiva come scelleratamente consigliano molti medici sedentari.
Molte patologie collegate all’età hanno giovamento da un’attività sportiva svolta in modo intelligente, mentre sono rapidamente peggiorate dalla sedentarietà.
Discorso analogo a quello degli over 40 riguarda chi è stato operato. Seguendo le indicazioni del riabilitatore, è comunque normale provare dolore nella fase post intervento; per esempio la rottura delle aderenze postoperatorie può essere un fatto discretamente doloroso e traumatico.
Quando il runner può dirsi davvero infortunato?
Fondamentale comprendere la differenza fra fastidio e infortunio.
1) Si può sicuramente parlare di infortunio quando, dopo la fase di riscaldamento, la prestazione è decisamente compromessa. Se mi accorgo che praticamente corro con una gamba e mezzo perché non uso completamente la sinistra per non sentire dolore e, così facendo, perdo 10-20″/km è abbastanza inutile negare la verità: siamo in presenza di un infortunio.
2) Più difficile il caso in cui siano presenti fastidi e dolori che si attenuano (o scompaiono) dopo la fase di riscaldamento e che comunque sembrano poter essere gestiti senza penalizzare la prestazione. Qual è il fattore che distingue fra infortunio e condizione normale (per esempio una leggera forma di artrosi)? Il peggioramento nel tempo della situazione.
Se si avverte un fastidio (dolore) e tale fastidio (dolore) permane per buona parte della seduta e la volta successiva è aumentato, allora si può parlare di infortunio ed è necessario mettere in pratica la corretta strategia per limitarlo.