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Fumo e sport

Quanto negativamente incide il fumo nello sport? In particolare, sulla prestazione sportiva? La risposta è: significativamente, anche se nel breve termine molti sportivi che fumano? (e purtroppo ce se ne sono molti) non sembrano avvertire particolari penalizzazioni di sorta, soprattutto se sono abbastanza giovani. Com’è noto, nel corso della visita sportiva una delle prove classiche è la misurazione della capacità respiratoria. Questo fatto, unito ad altre credenze comuni, fa spesso pensare al runner che quanto maggiore è la capacità respiratoria tanto maggiori sono le prestazioni del soggetto. Ancora una volta ricordiamo che la capacità respiratoria non è il collo di bottiglia del runner e che molti maratoneti hanno capacità respiratorie vicino a quelle di sedentari. È importante perciò capire per quale motivo si misura la capacità respiratoria. Il motivo è riassumibile nel terribile acronimo inglese COPD, Chronic Obstructive Pulmonary Disease, italianamente Sindrome Ostruttiva Cronica, nota anche come BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva). Con tale sigla si raggruppano diverse patologie caratterizzate dalla difficoltà di veicolare l’aria nelle vie aeree.

Negli Stati Uniti d’America e in Europa, la COPD è considerata una delle principali cause di morte e gli studi più recenti mostrano un aumento della mortalità a livello globale. La causa principale della sindrome ostruttiva cronica è rappresentata dal fumo di sigaretta (attivo o passivo).

Fumo e sport: un’accoppiata poco compatibile

Le varie patologie vanno dalla semplice bronchite cronica alla fibrosi cistica (malattia genetica; originariamente si parlava di fibrosi cistica a livello del pancreas, ma successivamente il termine è rimasto anche quando il quadro patologico è respiratorio) e all’enfisema polmonare.

Quando la COPD è dovuta al fumo e il soggetto non adotta contromisure efficaci (la più logica sarebbe smettere, ma anche l’esercizio fisico frequente e una buona terapia a base di antiradicali liberi possono dare risultati se non si superano le 10 sigarette al giorno: si deve ricordare che una sigaretta “brucia” 30 mg di vitamina C al giorno) è chiaro che anche la prestazione atletica ne risente.

Per quanto detto nella premessa, il calo delle prestazioni in relazione al fumo avviene solo quando la situazione è compromessa. Infatti in gioventù la diminuzione della capacità polmonare non viene avvertita come penalizzante (a meno di patologie acute come bronchiti frequenti) perché è una risorsa ridondante: l’atleta ha talmente tanto fiato che può sprecarne un po’ fumando.

La situazione però degenera con l’età quando la “riserva” d’ossigeno comincia a scarseggiare.

Relativamente alla corsa, tenuto conto che dopo i 35 anni, se non si adottano terapie antietà, si peggiora comunque mediamente di 1″/km all’anno, i danni da fumo possono essere espressi da una semplice formula:

N/20 * ((E-20)/7)2.

dove N è il numero delle sigarette fumate giornalmente, E è l’età. Per esempio con N=10 ed E=45 si ottiene 10/20*((45-20)/7)2 cioè 0,5*(25/7)2 = 6,4″/km circa (che devono essere aggiunti al peggioramento dovuto all’età).

Se il soggetto fuma 20 sigarette al giorno, a causa del fumo perde nel tempo:

  • a 20 anni – 0″/km
  • a 30 anni – 2″/km
  • a 40 anni – 8″/km
  • a 50 anni – 18″/km
  • a 60 anni – 32″/km
  • a 70 anni – 51″/km.

Come si può facilmente notare la progressione è particolarmente invalidante con l’età.

A questo dato occorre aggiungere il contraccolpo psicologico di molti runner fumatori che non riescono a capire come dopo i 45 anni le loro prestazioni crollino di anno in anno. Anziché dare la colpa alle sigarette la danno all’età, al naturale (secondo loro) invecchiamento e abbandonano lo sport, aggravando ulteriormente la situazione.

Tutto questo senza contare altre problematiche piuttosto serie come l’aumento del rischio di contrarre una neoplasia polmonare, di andare incontro a un incidente cardiovascolare o, “semplicemente” di avere maggiori difficoltà nel controllare il proprio peso (ricordiamo che l’aumento di peso penalizza non poco la prestazione sportiva).

Insomma, ci sono un sacco di buone ragioni per smettere di fumare, che si pratichi sport o no.

Fumo e sport

Fumo e sport: il fumo di sigaretta incide in modo significativamente negativo sulla prestazione sportiva

Cosa succede se si smette?

Se si smette di fumare ci sono buone notizie; già dopo 3 giorni dall’ultima boccata la respirazione diventa più facile e dopo soli 3 mesi la respirazione migliora del 5-10%.

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