La crema riscaldante (anche pomata riscaldante o gel riscadante) è un prodotto che contiene alcuni principi attivi che determinano un richiamo di sangue negli strati più superficiali della pelle (si parla di proprietà rubefacente). In inverno, o comunque nei periodi più freddi dell’anno, sono molti i runner (ma anche ciclisti, calciatori e altri sportivi che praticano attività fisica all’aperto) che usano creme riscaldanti per prevenire infortuni (per esempio le contratture muscolari), per non sentire la sensazione di freddo e per migliorare la prestazione, partendo con muscoli caldi. Cosa c’è di vero in queste strategie? Per quanto riguarda, l’ultimo punto, ovvero il miglioramento della prestazione, fisiologicamente la crema non può che migliorare la circolazione superficiale; che una crema riscaldante possa “scaldare” il muscolo a 1-2 cm di profondità è una pia illusione. La prestazione pertanto, checché se ne dica, non può essere migliorata dalle pomate/creme/gel riscaldanti e solo un ottimo riscaldamento può predisporci al meglio (a questo scopo si legga il nostro fondamentale articolo Il riscaldamento scientifico). Sono quindi da evitare quelle creme riscaldanti che bruciano troppo perché comunque non “scaldano nulla”.
La crema riscaldante può prevenire gli infortuni?
Vale lo stesso discorso. In genere gli infortuni muscolari avvengono in profondità, raramente in superficie (l’effetto della crema riscaldante è di qualche mm).
Fra l’altro, i problemi superficiali sono anche quelli di minore gravità.
Chi pensa che l’uso di creme riscaldanti possa simulare situazioni estive o primaverili ed esegue lavori di qualità con alto impegno muscolare (scatti, allunghi, balzi ecc.) avrà probabilmente delle brutte sorprese.
Crema riscaldante: quando e come usarla
Quale dovrebbe essere il reale uso delle creme riscaldanti? Innanzitutto consentire all’atleta l’abbigliamento minimo utile alla prestazione.
Non ha nessun senso usare la crema riscaldante e poi correre con una calzamaglia termica; più sensato usarla per correre in pantaloncini.
Inoltre, la crema riscaldante può essere impiegata anche nelle altre parti scoperte non coinvolte comunque nella prestazione: scaldare le braccia può essere utile per partire in canottiera o in maglietta a maniche corte, strategia utile in gare lunghe (per esempio una maratonina o una maratona) dove la temperatura aumenta nella seconda parte della gara.
Se la temperatura si impenna bruscamente per effetto dell’irraggiamento solare (minimo alla partenza), un abbigliamento leggero consente di dare il meglio e di evitare una sudorazione eccessiva.
Inoltre, alcune creme riscaldanti consentono di abbinare l’effetto riscaldante all’effetto antiscivolo, utile quando piove perché evita che l’acqua raffreddi ulteriormente la pelle; altre (come l’Italstadium della Falqui, utilizzabile da chi sopporta il fortissimo odore, o alcune all’arnica), oltre all’effetto riscaldante, hanno in teoria un effetto antinfiammatorio e sono utili per quei runner che hanno leggere patologie articolari (tipo dolori da freddo alle ginocchia ecc.), ma non sono da sopravvalutare per chi ha invece problemi muscolari ai tendini o ai muscoli.

Quale dovrebbe essere il reale uso delle creme riscaldanti? Innanzitutto consentire all’atleta l’abbigliamento minimo utile alla prestazione
Scegliere la crema riscaldante
Le creme riscaldanti si trovano dappertutto, in farmacia (Massigen), nei negozi sportivi (ottime quelle della Decathlon che propone prodotti francesi: gli svizzeri e i francesi hanno una lunga tradizione in questo campo), in quelli che vendono integratori (Ultimate) e anche in erboristeria.
Alla luce di quanto detto, il motivo principale di scelta è l’effetto termico a breve e medio termine: deve essere chiaramente percepibile (ovviamente dipende anche dalla modalità di applicazione, cioè dall’intensità del massaggio) e deve perdurare per almeno 30′.