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Crampi in maratona

I crampi in maratona sono un problema comune a molti maratoneti; come facilmente si può intuire, la comparsa di crampi è un evento veramente penalizzante che può portare al ritiro oppure a una grave penalizzazione della prestazione. Il fenomeno è spesso tipico della distanza, nel senso che l’atleta su distanze più brevi o nell’allenamento premaratona non soffre del problema. Raramente i crampi sono dovuti all’assenza di sali e di magnesio in generale (è una favola che si racconta per giustificare allenamenti scadenti). Per quanto riguarda la loro presenza durante una maratona, nella stragrande maggioranza dei casi essa è ascrivibile a: scarso allenamento (80%); tensione psicologica (10%); il rimanente 10% deve essere indagato caso per caso. Le cause psicologiche riguardano una eccessiva tensione con cui si affronta la prova; tale stress si manifesta in un maggior consumo energetico, ma anche e soprattutto in una diversa postura durante la corsa. È abbastanza facile riconoscere il runner ansioso e quindi stabilire la natura psicologica del crampo (attenzione alla logica: lo stress può generare i crampi, ma non è detto che tutti i runner stressati li abbiano!).

Esclusa questa causa, per un amatore si deve quindi sempre partire dall’ipotesi che i crampi in maratona si siano presentati perché il soggetto non era allenato alla prova che doveva compiere. Quindi è abbastanza inutile assumere dosi massicce di sali che spesso si rivelano un boomerang; soprattutto se si usa il fai da te: dosi eccessive, minerali sbagliati (il potassio è meglio lasciarlo perdere e il magnesio cloruro non è la forma migliore, al più meglio aspartato di magnesio).

Crampi in maratona

I crampi sono contrazioni involontarie, transitorie e particolarmente dolorose che compaiono in determinati gruppi muscolari

Crampi in maratona: come prevenirli

Il classico runner affetto da crampi è solito sottoallenarsi alla distanza: “…mi alleno tre volte la settimana: due di un’ora scarsa a seduta e una, il sabato, di un’oretta abbondante, di solito collinare“.

È ovvio che con questo allenamento un soggetto predisposto ai crampi la maratona la soffrirà sempre. Senza lunghissimi (30-32-36 km) non si può correre bene una maratona.

Quindi se un runner predisposto ai crampi vuole correre la maratona, almeno una volta alla settimana deve allungare progressivamente la distanza (si inizia da 20 km, poi 24, 26, 28, 30, 32, 34 e 36). Se l’importante è finire bene, non conta la velocità, ma si deve abituare il proprio fisico alla durata. Se non si hanno quelle 2-3 ore di tempo per fare i lunghissimi, è meglio lasciar perdere la maratona, il nostro corpo ringrazierà.

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