Corsa e parto è un argomento che suscita un notevole interesse in molte delle donne che praticano il running; molte considerazioni fatte in questo articolo, comunque, sono applicabili a diverse discipline sportive, in particolar modo quelle in cui la corsa ha un ruolo importante. Le domande più frequenti sono relative sia ai tempi di ritorno all’attività fisica sia a quelli occorrenti per il recupero della forma atletica che si aveva prima della gravidanza. Le risposte non sono immediate, anche perché la reazione alle modificazioni indotte dalla gravidanza e dal parto sono del tutto individuali.
Fattori limitanti la ripresa dell’attività sportiva
Secondo l’American College of Obstetrician and Gynecologists, molti dei fattori che limitano la capacità delle donne di correre durante la gravidanza persistono anche per alcune settimane dopo il parto.
Uno di questi fattori è sicuramente la cosiddetta anemia gravidica, condizione molto comune nelle donne in stato interessante (ricordiamo che l’anemia è il disturbo ematologico più frequente che può verificarsi nel corso di una gravidanza). .
Si parla di anemia gravidica quando il livello di emoglobina è inferiore a 10 g/dl; vengono comunque trattate come anemiche tutte quelle donne che all’inizio della gravidanza hanno valori emoglobina inferiori a 11,5 g/dl. Nelle donne gravide si registrano solitamente anche valori piuttosto bassi di ematocrito (per esempio 34% in caso di gravidanza singola e addirittura 30% in caso di gravidanza multipla) persino in presenza di depositi di ferro, acido folico e vitamina B12 rientranti nel range di normalità.
Nella stragrande maggioranza dei casi (95%), la responsabilità dell’anemia gravidica è da attribuirsi a una carenza di ferro. Spesso tale condizione viene trattata con la somministrazione di solfato ferroso (325-650 mg pro die). Meno frequentemente l’anemia gravidica è legata a carenza di folati o a carenza di vitamina B12.
Appare evidente che una ripresa dell’attività sportiva non è semplicissima se sono presenti livelli di emoglobina particolarmente bassi. Il ripristino dei valori normali è del tutto individuale. In pratica si può ragionevolmente stimare che per un ritorno all’attività sportiva servano da uno a quattro mesi dal parto.
Un altro problema è legato al sovrappeso; molte donne normopeso prima della gravidanza non riescono più, una volta partorito, a recuperare il peso che avevano prima di rimanere incinte.
Come spiegato nel nostro articolo Dieta in gravidanza, “non c’è nessuna ragione fisiologica per cui il peso non debba tornare entro un anno a quello precedente“, ma, ciononostante, il problema esiste ed è piuttosto comune.
Se si è fra quelle donne che hanno preso diversi chili in gravidanza, prima di iniziare di nuovo a correre è fondamentale ritornare al peso originario, al massimo due o tre chili in più. Si può usare il walking prolungato come strumento di ripresa e, man mano che il peso ritorna ai valori normali, cominciare a inserire brevi intervalli di jogging lento. In pratica, vanno seguite le stesse regole che si applicano a chi comincia a correre, finché si arriva a mezz’ora di camminata e corsa alternate. Non si deve essere tentate dall’alibi che “i figli fanno ingrassare”; le campionesse d’atletica hanno ormai dimostrato che dopo il parto si può avere la stessa linea di prima!
Molte ricorderanno l’esempio di una delle più grandi campionesse di maratona di tutti i tempi, la britannica Paula Radcliffe che, nel 2007, a nove mesi dal parto, tagliò per prima il traguardo della maratona di New York.
Se invece si è fra quelle donne che già dopo poche settimane dopo il parto sono tornate al proprio peso forma, è possibile iniziare a correre blandamente, saltando la fase del walking. In ogni caso, è bene ricordare che le esperienze post-parto sono molto diverse fra loro, per cui si fanno confronti con altre donne che si trovano nella stessa situazione si corre il rischio di demoralizzarsi. Così come diverse donne hanno esperienze post-parto diverse, anche la stessa persona può vivere in modo differente due lieti eventi. Si dovrebbe quindi evitare di fare confronti con l’esperienza precedente; l’importante è dare ascolto al proprio organismo e regolarsi di conseguenza.
Incontinenza da sforzo e corsa – La gravidanza e il parto sono fra gli eventi principali che possono scatenare la condizione di incontinenza da sforzo. Per approfondire la questione rimandiamo al sottoparagrafo Incontinenza da sforzo e sport riportato nel nostro articolo Incontinenza urinaria, qui ci limitiamo a ricordare che, di fatto, ogni attività sportiva, in particolar modo se intensa, ha ripercussioni, più o meno accentuate, sull’attività dei muscoli addominali, dei muscoli diaframmatici e dei muscoli del pavimento pelvico. Maggiori sono gli sforzi effettuati dall’atleta e maggiore è il rischio di perdite involontarie di urina.
Tipo di parto e allattamento
A prescindere dalla reazione individuale, occorre sempre tener conto sia del tipo di parto (naturale o cesareo, quest’ultimo è pur sempre un’operazione ed è necessario attendere che la ferita sia completamente rimarginata, quindi, almeno sei settimane; durante questo periodo è anche possibile che si verifichino delle perdite ematiche vaginale; nella gran parte dei casi si tratta di un fenomeno che non deve destare preoccupazioni e che accade perché il sangue di placenta e utero va a raccogliersi proprio in questa zona) sia dell’allattamento, sicuramente molto impegnativo dal punto di vista energetico e anche da quello meccanico (molte runner aspettano la decima settimana per riprendere perché il seno fa troppo male durante la corsa).

Per la produzione di 800 ml di latte occorrono circa 670 kcal
Quanto occorre per tornare in forma?
Molte donne sperimentano una modifica nelle priorità dopo la nascita di un figlio; anche quelle più competitive si rendono di dovere mettere al primo posto il bambino. L’atteggiamento generale è che sarebbe bello riuscire a tornare ai livelli di prima, ma non è indispensabile. Molte donne, inoltre, perdono l’ossessione della perfezione fisica, grazie a una maggiore moderazione. Comunque, il fatto di aver dato alla luce un figlio non significa che non si debba più aver cura di sé stesse; dal momento che ci si dovrà occupare del nuovo arrivato negli anni a venire, si riuscirà a farlo sicuramente meglio se si sarà in piena forma e soddisfatte.
Per le donne che vogliono tornare come prima (avendone il tempo e le motivazioni) è importante comprendere che il tempo necessario dipende dal livello precedente e da cosa si è fatto in gravidanza.
Il tempo di ritorno, comunque, è solitamente più breve quanto meno ci si allenava prima della gravidanza, quanto meno si è ingrassate e quanto più si è fatta attività fisica durante il periodo di attesa del figlio.
Nei casi più favorevoli (donna che si allenava due o tre volte alla settimana, senza sovrappeso e con un minimo di attività fisica durante la gravidanza) possono bastare sei settimane, in quelli più sfavorevoli (top runner aumentata di 10-12 kg e sedentaria durante la gravidanza) possono occorrere anche sei mesi o più.