L’argomento corsa e menopausa è di un certo interesse ed è spesso dibattuto, sia in Rete che su molte riviste, specializzate o no. La fase della menopausa, di solito fra i 45 e i 53 anni, è un periodo di transizione per tutte le donne: non è possibile sfuggirle. La produzione di ormoni (estrogeni e progesterone) gradualmente diminuisce, provocando la fine dell’ovulazione. Questo stato di cose è associato a numerosi segni e sintomi ben documentati nella letteratura medica: cessazione del ciclo mestruale, vampate di calore, aumento del colesterolo, cambiamenti d’umore, insonnia, stanchezza e osteoporosi. Molte altre manifestazioni sono meno chiare: aumento e perdita di peso, dolori a muscoli e dolori articolari, crollo dell’energia, specialmente nell’effettuare attività che prima venivano affrontate senza alcun problema. Non vi sono prove chiare che consentano di collegare questi problemi in modo diretto alla menopausa, benché molte donne li sperimentino.
Il periodo della menopausa può essere molto fastidioso e frustrante, in particolar modo per le atlete che hanno sperimentato anni di costanti miglioramenti nelle proprie prestazioni. Si deve comunque tenere presente che ogni donna ha un’esperienza peculiare di questo periodo della propria vita; alcune non ne risentono affatto o, perlomeno, non in modo significativo, altre invece possono avere diverse difficoltà, anche di una certa importanza. Alcuni tratti comuni fra le donne in menopausa che praticano la corsa sembrano essere un calo di energia, il peggioramento delle prestazioni, dolori diffusi e aumento di peso.
Può anche darsi che le runner (o comunque le donne sportive in generale) abbiano difficoltà maggiori ad affrontare questa fase della loro esistenza perché nel corso del tempo si sono abituate ad avere un notevole livello di controllo sulle loro attività e specialmente sul loro corpo; l’arrivo della menopausa mette in crisi questo sistema mentale.
Menopausa o invecchiamento?
Molte donne giungono alla conclusione che dolori e cali di prestazione siano collegati alla menopausa, ma le ricerche sono poco chiare e la connessione non è mai stata evidenziata. Non si è ancora capito se tutti i sintomi e i segni descritti siano causati dalla menopausa o semplicemente dal fisiologico processo di invecchiamento.
Secondo Charlotte Tate, presidente dell’American College of Sports Medicine, nelle donne è difficile separare i dolori dovuti all’età dagli effetti del calo di produzione ormonale.
Altri autori affermano che non è mai stato condotto uno studio scientifico ad ampio raggio sulle diverse tipologie di runner, per esempio su runner con menopause precoci, runner che abbiano subito un’isterectomia in età giovanile, donne che abbiano iniziato a correre dopo la menopausa. Ancora nessuno ha esaminato il fenomeno in tutta la sua complessità cercando di avere una visione d’insieme.
Il problema non riguarda soltanto le runner amatoriali; anche molte atlete d’élite l’hanno sperimentato, nonostante un continuo impegno in allenamento; è anche vero che lo stesso problema affligge molti uomini in fasce d’età corrispondenti. Certamente, sia le donne sia gli uomini subiscono problemi all’apparato muscolo-scheletrico con il passare degli anni, tuttavia le donne spesso non riescono ad accettare che tutto ciò sia dovuto semplicemente all’incalzare dell’età. L’imputato principale diviene allora proprio la menopausa.

Nella menopausa il running stimola l’apparato muscoloscheletrico e attiva il sistema ormonale
Terapie ormonali sostitutive
Molte donne si affidano alla terapia ormonale sostitutiva (TOS) nel tentativo di combattere gli effetti della menopausa. Ma queste terapie funzionano? Certamente sono in grado di attenuare una serie di fastidiose manifestazioni, come le vampate di calore, i dolori vaginali e l’insonnia. Inoltre alcuni ricercatori hanno dimostrato che le terapie ormonali possono ridurre il rischio cardiovascolare e gli effetti dell’osteoporosi.
Ci sono poi indicazioni secondo cui queste terapie riducono il rischio di tumore al colon, malattia di Alzheimer e degenerazioni dei tessuti; risultano diminuiti anche i rischi di contrarre serie patologie oculari quali la maculopatia senile e la cataratta. D’altronde sembra esserci un aumento del rischio di contrarre tumori al seno e tumori all’utero. Riguardo a quest’ultima tipologia di tumore, la ricerca medica ha evidenziato il fatto che, associando agli estrogeni un ormone progestinico secondo uno schema sequenziale (10-14 giorni al mese) oppure secondo uno schema combinato (tutto il mese), il rischio di contrarre il tumore all’utero non aumenta rispetto alle donne che non fanno ricorso alla TOS.
Per quel concerne il tumore al seno, studi recenti non hanno messo in evidenza un aumento significativo del rischio di contrarre questa patologia se la terapia ha una durata inferiore ai 5 anni; vi sono invece risultati contrastanti per quanto riguarda periodi di terapia più lunghi. Secondo il NIH (National Institutes of Health), la nota agenzia del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, in base a studi effettuati per 10 anni su 10.000 soggetti, l’aumento del rischio di tumore al seno nelle donne che hanno seguito una terapia di soli estrogeni sarebbe comunque da considerarsi irrilevante.
Per quanto riguarda l’argomento particolare di cui trattiamo in questo articolo, la corsa, rimane ancora del tutto da dimostrare se queste terapie abbiano un effetto positivo sul calo delle prestazioni atletiche sperimentato da molte runner in menopausa (in linea di massima pare che non abbiano effetto). Questo dimostrerebbe che in realtà una serie di sintomi e problemi sono più legati all’età che al calo di produzione ormonale da parte dell’organismo.
Le donne che non possono effettuare la terapia ormonale sostitutiva possono fare ricorso a farmaci non ormonali che agiscono sulle vampate e sui disturbi neuropsichici, ma che non danno alcun tipo di protezione per quanto concerne tutti gli altri effetti da carenza di estrogeni (osteoporosi in primis).
Lo stato della ricerca
L’attenzione delle ricerche mediche si sta focalizzando sulle donne mature, in particolare per cercare di capire quali siano realmente gli effetti della menopausa e quali siano quelli connessi all’invecchiamento. I ricercatori non sono interessati in prima battuta all’impatto della menopausa sulle prestazioni atletiche; tuttavia, nel corso di tali ricerca è giocoforza esaminare molti fattori che possono avere effetto sulle prestazioni sportive.
Lo scopo fondamentale di molte ricerche relative alla menopausa è esaminare tutti i fattori coinvolti, nel tentativo di individuare le connessioni fra menopausa e invecchiamento da un lato e sintomi o patologie dall’altro.
Per esempio, un fattore importante che deve essere preso in considerazione è l’aumento del peso. Poiché il metabolismo in questa fascia d’età rallenta in entrambi i sessi, la domanda da porsi è se l’aumento di peso nelle donne sia dovuto al rallentamento metabolico o alle fluttuazioni ormonali, particolarmente in quei soggetti che non diminuiscono la loro attività sportiva; esistono infatti studi che hanno mostrato che anche i runner più convinti non riescono a evitare un certo aumento di peso in questa fascia d’età.
Maggiori informazioni si raccolgono è più facile è tratteggiare un quadro d’insieme da cui estrarre strategie possibili che aiutino le donne ad affrontare la menopausa.
Corsa e menopausa – I benefici del running
Indubbiamente la ricerca ha mostrato che l’esercizio fisico apporta benefici a lungo termine alle donne. L’attività fisica regolare riduce il rischio di danni cardiovascolari e di alcuni tumori, contrasta l’aumento della pressione del sangue, la diminuzione della densità ossea, inoltre aumenta la resistenza fisica e migliora l’umore, anche nelle donne che cominciano l’attività dopo la menopausa.
Molti medici sono convinti del fatto che non sconsiglierebbero mai a una donna di cominciare un’attività fisica basandosi solo sul parametro dell’età; la cosa più difficile è proprio convincere una donna che non ha mai fatto esercizio fisico dei benefici che ne ricaverebbe. In particolare, la menopausa è un periodo cruciale per iniziare l’esercizio fisico e in particolare la corsa, ovviamente nel modo giusto. Si comincerà camminando, passando poi a sessioni alternate di corsa e camminata.
Un valido aiuto in questo senso può venire dalla lettura dei nostri testi Inizia a correre, L’età non conta e, ovviamente, Donne di corsa; soprattutto in quest’ultimo la tematica corsa e menopausa è ampiamente trattata e sviscerata in ogni suo aspetto.
Corsa e menopausa – Un parere personale
Ogni donna sperimenta gli effetti della menopausa in modo diverso. Ci sono runner che vanno incontro a esperienze molto spiacevoli. Vediamo qualche esempio relativo a casi constatati personalmente.
Una runner 53enne è entrata in menopausa a 46 anni e ha cominciato subito a sentire una notevole perdita di energia, oltre a forti dolori localizzati specialmente nella fascia lombare, ma anche alle caviglie e alle gambe. “Nel giro di sei mesi le mie prestazioni sulla mezza maratona sono crollate, con un aumento dei tempi di circa il 15-20%”. Nonostante un esame medico molto accurato non avesse accertato alcun tipo di patologia, il calo delle prestazioni atletiche è continuato.
Un’altra runner ha invece subito un notevole aumento di peso (da 55 kg a 83 kg) in un breve periodo di tempo, senza che avesse modificato alimentazione né allenamento; neanche l’intensificazione degli allenamenti le ha consentito di perdere il peso acquisito. L’atleta ha comunque tratto un beneficio psicologico dalla corsa, che le ha consentito di superare questo momento difficile e di arrivare a una stabilizzazione del peso (68 kg).
Dai riscontri diretti mi sono fatto l’idea che la menopausa concorra ad accelerare il processo di invecchiamento mentale e fisico della runner. Proprio come la gravidanza convince (erroneamente!) molte donne che dopo il parto sia impossibile trovare la linea di prima (a questo proposito si legga l’illuminante articolo Corsa e parto), così la menopausa con i suoi innegabili disturbi convince la donna che è praticamente impossibile avere le stesse prestazioni di prima, che bisogna accontentarsi, che si può avere un’alimentazione meno controllata (tanto s’ingrassa comunque ecc.).
L’atteggiamento più positivo è invece quello di chi “combatte” la menopausa come un problema da affrontare scientificamente il cui impatto sulla propria vita può però essere minimizzato con determinazione e cura dei dettagli.