Maratona: il test è uno dei nostri articoli sulla corsa più consultati in assoluto. Non c’è da stupirsene perché la maratona è sicuramente la “preda” più ambita di molti runner, tanto che molti la identificano con l’essenza stessa della corsa, insomma, un vero e proprio “oggetto del desiderio”. A costo di contrariare molti nostri lettori dobbiamo dire che ciò è profondamente sbagliato perché è fonte di molti errori nella gestione della propria attività sportiva, errori che finiscono inevitabilmente per accorciare la vita atletica del soggetto con conseguenze decisamente negative sul benessere e sulla qualità della vita; a tale proposito è sufficiente ricordare che dopo 12 mesi di interruzione dell’attività sportiva si perdono tutti i vantaggi fisici acquisiti con anni di sport e si ricomincia a vivere da sedentari. Chi ci segue da tempo sa che ciò è nettamente in contrasto con il wellrunning. Quindi, per ribadire ulteriormente il concetto, non ha alcun senso correre 20, 30 maratone e poi smettere ancora relativamente giovani, vittime degli infortuni, di mancanza di motivazioni o addirittura, ed è la cosa peggiore, di nausea per la corsa. Per riportare nella sua giusta dimensione il fascino di della maratona (fascino sicuramente innegabile) rispetto alle altre specialità della corsa, basta ricordare che anche un novantaduenne è riuscito a correrla mentre nessun novantenne riesce a correre i 5000 m in meno di venti minuti! Questo dovrebbe far riflettere quei runner ancora giovani che riescono a scendere sotto ai 20′ nei 5000 m, ma erroneamente ritengono che correre la maratona in 3h45′ sia una grande impresa (come vedremo dal test, chi corre un 5000 m in 20′, di solito corre un 1000 m secco in 3’20″ circa, quindi il suo tempo in maratona dovrebbe essere 3h20′ non 3h45′!).
In realtà, gran parte del fascino della maratona deriva dal fatto che moltissime persone la corrono completamente impreparate e quindi “a loro” sembra un’impresa epica, un po’ come per chi non sa nuotare, percorrere una vasca da 25 m senza affogare sembra un miracolo e una grande prestazione sportiva.
Ma come far riflettere chi si accinge ad affrontare una maratona da non preparato? Certo esistono dei test, ma questi sono comunque tarati sulla lunga distanza e si limitano a predire il tempo finale. Poiché in genere richiedono un buon fondo, è chiaro che se l’atleta è allenato male, i test prediranno un tempo alto, ma l’atleta si convincerà che quello è il suo tempo!
In realtà esistono svariati motivi per cui un runner può non essere adatto alla preparazione della maratona. Ricordiamo i principali:
- scarso allenamento
- infortuni cronici anche leggeri
- attitudine mentale alla velocità, ma non alla resistenza
- struttura fisica pesante (a causa di muscoli o grasso!).
Questi fattori sono trattati nel dettaglio in altre pagine del sito che parlano di maratona e non sono l’oggetto specifico di questo articolo. Vogliamo invece sintetizzarli in un test analogo a quello del moribondo per il sedentario, sperando che abbia lo stesso successo.
Test per la maratona: le premesse
Consideriamo innanzitutto l’attuale record mondiale maschile sui 1000 m: 2’11″96 (Noah Ngeny, Rieti, 1999); consideriamo ora il record mondiale sulla maratona: 2h02’57″ (Dennis Kipruto Kimetto, maratona di Berlino 2014). Pensare che un atleta corra 1000 metri in 2’03″ è oggi fantascientifico. Cosa abbiamo fatto? Abbiamo semplicemente trasformato il tempo in maratona da ore e minuti in minuti e secondi. E abbiamo scoperto che nessuno riuscirebbe nell’impresa. E stiamo parlando di atleti a livello mondiale.
Cosa accade nella realtà? Se consideriamo gli amatori che corrono la maratona in 3h45′, un’alta percentuale di essi riesce a correre facilmente un mille in 3’45″. Cosa vuol dire? Che il loro tempo in maratona, relativamente alle loro possibilità, è pessimo e probabilmente lo è per uno dei motivi sopraccennati.
Il test
Viste le premesse fatte nel paragrafo precedente passiamo a proporre il nostro test:
Provate a correre 1000 m al massimo delle vostre possibilità. Poi trasformate il tempo ottenuto da minuti e secondi a ore e minuti. Quello è il vostro tempo maratona. Se vi sembra impossibile da realizzare o non riuscite che a correre solo una parte della maratona al ritmo relativo, non siete (ancora) maratoneti e, per ora, lasciate perdere la maratona e indagate cosa non va.
Il test permette di distinguere anche il maratoneta (chi corre la maratona secondo le sue reali possibilità) dai bluff (chi corre la maratona trascinandosi all’arrivo, non importa se in 2h30′ o in 4h30′: avrebbero potuto fare decisamente meglio).
Così un atleta che corre la maratona in 3h è un maratoneta se corre il mille in più di 3′, ma se per esempio si scopre che corre il mille in 2’48″, il suo tempo in maratona è (per lui) francamente pessimo. Notiamo il per lui. Il bello del test che proponiamo è che rende un grande servizio a ogni singolo runner perché è tarato sulle possibilità individuali.
Può darsi che scopriate che siete troppo pesanti, che avete fibre veloci, che siete troppo limitati da allenamenti approssimativi ecc. Fate il test, prima di credervi maratoneti. Il vostro corpo vi ringrazierà e potrete correre fino alla fine dei vostri giorni.

Nel 2019 si sono corse in Italia 52 maratone
Nota superimportante
Il test da noi proposto non è un test di equivalenza. Non significa cioè che
- chi corre il 1000 in 3’20″ riuscirà a correre la maratona in 3h20′;
- chi corre la maratona in 3h20′ riuscirà a correre i 1000 m in 3’20.
Il test indica soltanto che chi corre un 1000 m in un tempo veloce e corre la maratona in un tempo più lento di quello convertito non è un vero maratoneta e non dovrebbe ancora cimentarsi nella maratona. La cosa risulterà maggiormente chiara dopo la lettura dei tre esempi sottoriportati.
Esempio A – Carlo corre la maratona in 3h40′ e il mille in 3’22″. È evidente che Carlo non è un maratoneta e per lui la maratona è uno stress inutile. È inutile girarci intorno: i suoi tempi sulle brevi distanze sono nettamente migliori del tempo in maratona: 3h40′ rispetto a 3’22″ sui mille è un tempo pessimo. Carlo deve indagare perché va così piano in maratona, prima di provarci, riprovarci e provarci ancora. Forse è allenato male (e allora correre una maratona danneggia il suo fisico), forse è sovrappeso (e allora i tanti chilometri alla lunga danneggeranno le sue articolazioni e i suoi tendini), forse non ha la testa (l’allenamento mentale è di notevole importanza negli sport di resistenza), forse le sue fibre sono da velocista (in questo caso correre la maratona è come usare una Ferrari per girare in città) e dovrebbe orientarsi su distanze diverse ecc.
Esempio B – Mario corre la maratona in 2h30′ (3h30′) e i 1000 m in 2’42″ (3’42″). Mario è un vero maratoneta che si esprime male sulle corte distanze. Notate che ho messo fra parentesi un tempo in maratona più alto di un’ora: non conta il tempo assoluto quanto la traduzione dalla maratona al mille!
Esempio C – Claudia corre la maratona in 2h58′ (3h58′) e il mille in 3’01″ (4’01″). I due tempi praticamente si equivalgono: Claudia può esprimersi in maniera equivalente sul breve o sul lungo (tornando un po’ indietro nel tempo, alla maniera dei grandi Gebrselassie o Tergat; entrambi, infatti, hanno detenuto il record mondiale di maratona ed erano stati campionissimi anche nei 10.000 m, diversamente da quanto accaduto a due nostri grandi atleti italiani, Cova e Panetta, campioni nei 10.000 m, ma non eccelsi in maratona).
Dai tre esempi si vede che la caratteristica veloce – lento – polivalente non dipende dal valore assoluto dell’atleta (campione o amatore che sia), ma è propria del soggetto. C’è infine da dire che, mentre nel campione questa personalizzazione dipende solo da caratteristiche genetiche, nell’amatore dipende in gran parte dallo stile di vita e dal livello d’allenamento.
Test per la maratona: il test di Yasso
Un test per la maratona che gode ancora di una certa notorietà fra i runner è il famoso (ma sarebbe meglio definirlo famigerato) test di Yasso, un interessante esempio di come il giocare con i numeri possa fuorviarci dalla comprensione della realtà.
Chi volesse approfondire questo argomento può farlo nell’articolo a esso dedicato: Test di Yasso.