L’ambizione di migliorare il proprio record in maratona è la molla di molte preparazioni alla 42 km, ma ho notato che è indirettamente la causa di molti fallimenti. Sentendo la frase precedente si penserà subito a chi vuole abbattere i famosi “muri” (2h30′, 3 h, 3h30′, 4 h ecc.) senza essere pronto, ma non è questo lo spirito dell’articolo. Se non si è pronti per un determinato riscontro cronometrico e si è onesti con sé stessi, è facile accorgersene durante la preparazione: qualche allenamento non retto, un lunghissimo finito nel tempo previsto, ma comunque sulle ginocchia, come se si fosse trattato di una gara ecc. Qui considereremo invece il caso dell’atleta con un determinato record (magari scaturito dalla maratona corsa l’anno prima) e, causa miglioramenti organici, ora può puntare decisamente più in alto. Supponiamo, per esempio, un atleta che abbia un record sulla maratona di 3h22′ e che ora, teoricamente (dal tempo sui 10000 m o da quello sulla mezza maratona, tempo che nel frattempo ha migliorato) possa valere 3h10′. Che fa? Tara la preparazione sulle 3h10′. Questo è un errore!
Infatti, mentre miglioramenti su distanze più brevi vengono facilmente digeriti dall’organismo, gli stessi miglioramenti (comparati) sulla maratona producono un sovraffaticamento generale che fa arrivare stanchi alla gara.
In altri termini, se è abbastanza facile passare da 1h30′ a 1h24′ nella mezza dopo mesi che non la si corre perché si è migliorati di circa 3′ minuti sui 10000 m (cosa abbastanza consueta per il runner non ancora ottimizzato), è molto più difficile migliorare di 8′ in maratona a fronte dello stesso miglioramento sui 10000 m.

L’ambizione di migliorare il proprio record in maratona è la molla di molte preparazioni, ma anche, indirettamente, la causa di molti fallimenti.
Migliorare il proprio record in maratona: la strategia corretta
Premesso che non è pensabile di continuare a migliorare in eterno e che non bisogna lasciarsi guidare dai propri sogni (meglio puntare a degli obiettivi), anche se ci si sente migliorati organicamente, come consiglio generale non si può programmare un miglioramento cronometrico che vada al di là dei 5′; per un over 50 sarebbe addirittura meglio pensare a un miglioramento nell’ordine dei 3 minuti.