Qual è la manifestazione ideale per un runner? La domanda è più che lecita dal momento che le corse in Italia aumentano da nord a sud con un tasso di crescita che dovrebbe solo rallegrare i runner, se non fosse per la qualità di molte manifestazioni, a volte veramente scadente. Tralasciando il discorso di mezze maratone e di maratone (dove la lunghezza del percorso acuisce le difficoltà organizzative, ma contemporaneamente rende più sensibili gli organizzatori a darsi da fare per realizzare una manifestazione coi fiocchi), rivolgeremo la nostra attenzione alle corse fino ai 15 km, quelle che tradizionalmente possono (ma non dovrebbero) essere organizzate con pochi sforzi. Prendendo spunto da gare ben organizzate, vediamo di fissare i punti più importanti per organizzare BENE una corsa. Di seguito daremo quindi i voti alle manifestazioni analizzandone i vari punti caratteristici.
La distanza – Le maratone e le mezze hanno così tanto successo in rapporto alla difficoltà di correrle che non è difficile capire che un percorso esatto (e confrontabile a prescindere dalla singola gara) è un’attrazione notevole per tutti quei runner che non corrono per vincere: se non corro per entrare nei premi che senso ha correre una corsa di 13,2 km? Come posso confrontarla con una di 9,8 km? Se poi il percorso, oltre a non essere di misura standard, cambia di anno in anno non ho nemmeno il raffronto con le edizioni precedenti. 8 punti per una distanza standard (per esempio 10 km), 4 per un percorso non standard, ma immutabile fra le varie edizioni (il concetto di percorso classico).
La segnalazione chilometrica – Spesso sui manifesti si legge: “segnalato km per km”. Un’esatta misurazione chilometrica, km per km (che senso ha segnalare ogni 2 o ogni 3 km?) è fondamentale per chi corre contro il tempo, nonché per tutti coloro che, non avendo un buon senso del ritmo, vogliono tarare la velocità iniziale.
Misurare un percorso è più difficile di quanto si pensi e spesso la rotella è l’unico mezzo. Chi usa la bicicletta tarata (l’auto lasciamola in garage) dovrebbe per lo meno verificare con una prova sul campo (per esempio percorrendo il percorso a ritmo di fondo lento uniforme) che non ci siano stati errori: anni fa, durante una corsa molto nota (sicuramente ben curata, visto il carattere nazionale della prova e la bontà dell’organizzazione) mi è capitato di correre il settimo chilometro in 3’08” salvo correre il successivo in 3’52”: a tutti il settimo è risultato corto e l’ottavo lungo… 8 punti per una misurazione esatta km per km, 3 per una misurazione solo approssimativa.
La tipologia del percorso – Altre volte si legge: “totalmente asfaltato”. Togliete 1 punto per ogni chilometro della gara che non sia asfaltato. Se è una gara su strada perché trasformarla in una campestre?
La segnalazione del percorso – Deve essere chiaramente indicato e in ogni punto non si devono avere perplessità; anche in questo caso una piantina prima del via (indispensabile per le corse in collina o in montagna con indicazione dell’altimetria) e segnalazioni chiare sono obbligatorie. Perché non far provare il percorso da un apripista che non conosce il tracciato e risolvere eventuali problemi che può evidenziare durante la prova? È spesso troppo ottimistico sperare che tutto sia chiaro. Reclutare addetti affidabili per gli incroci; affidabili vuol dire che non vanno a prendere il caffè mentre sta arrivando la gara (mi è già successo). Evitare che gli atleti possano tagliare (che senso ha parlare di 10 km se poi posso tagliare 130 metri?), predisponendo opportuni nastri di sbarramento. 8 punti per la presenza della piantina (2 punti), della segnaletica ottimale (3 punti), di addetti affidabili (2 punti), dei blocchi ai tagli (1 punto).
Il cronometraggio – Molto spesso “è previsto il cronometraggio”. Tutti i runner si prendono di solito il tempo, ma su distanze corte è bello avere un riscontro ufficiale che possa riparare eventuali azzeramenti del proprio cronometro. Inoltre avere un cronometraggio ufficiale vuol dire avere la stampa della classifica in tempo più o meno reale, un dettaglio forse trascurabile, ma segno di precisione e organizzazione. 5 punti per il cronometraggio (4 punti) e la classifica a fine prova (1 punto).
Ristoro – In alcune manifestazioni se ne trovano addirittura 2 su 10 km. Almeno uno durante la gara è obbligatorio, come lo spugnaggio quando la temperatura è primaverile o estiva. All’arrivo è pure obbligatorio. Togliete 3 punti se il ristoro non è sportivo: è assurdo avere risotto, pastasciutta, vino o qualunque menu non sportivo; stiamo parlando di una gara, non di una sagra paesana. Se si vuole andare sul calorico, le tartine con marmellata o Nutella, la frutta ecc. vanno benissimo. 5 punti se il ristoro è sportivo, efficiente e duraturo (non solo per i primi, tanto per intenderci).

Nelle maratone i punti di ristoro sono generalmente piazzati ogni 5 km
La non competitiva – Spesso associata a una gara esiste anche la non competitiva; la cosa più dura da digerire per chi sta soffrendo negli ultimi chilometri è trovarsi sulla strada gruppi di gente che cammina e che (giustamente, dal loro punto di vista) non ha nessuna intenzione di farsi da parte e procedere in fila indiana per far passare gli agonisti.
Sono due mondi che possono coesistere, basta che gli organizzatori non mischino le due prove, facendo partire, tanto per fare un esempio, dalle 8 alle 9.20 (partiranno tutti alle 7.50!) la non competitiva e alle 9.30 la competitiva. 5 punti alle manifestazioni che tengono separati i due gruppi.
Servizio medico-sanitario e scopa – Troppe volte in molte manifestazioni il medico non è arrivato o è arrivato in ritardo e i giudici, pur di non scontentare gli organizzatori, hanno fatto partire comunque la prova. In troppe manifestazioni la scopa non esiste, dando per scontato che su 8-10 km tutti arrivano. 4 punti per la presenza tempestiva (mezz’ora prima della prova: gli infortuni accadono anche in riscaldamento) del medico e per la scopa (1 punto).
Le iscrizioni – Una gara seria dovrebbe chiudere le iscrizioni almeno il giorno prima della prova (in tal modo si potrebbero inserire i dati per una classifica a fine prova in tempo reale) o al massimo accettarle fino a un’ora prima della partenza. Inoltre la manifestazione dovrebbe essere pubblicizzata con numero di telefono, fax e, eventualmente, sito Internet ed e-mail. 3 punti per le gare che evitano le iscrizioni all’ultimo minuto.
Il traffico – È una nota dolente: non si può pretendere di chiudere al traffico centri storici o strade provinciali, ma è fondamentale che gli organizzatori si rendano conto in anticipo se il traffico (considerate anche la chiusura dei passaggi a livello: che senso ha attraversare un passaggio a livello chiuso in una competitiva?) può creare problemi. 3 punti se il traffico non costituisce un ostacolo al normale svolgimento della gara (per tutti, ultimi compresi).
Oscurità – Per le notturne la gara deve essere corsa in condizioni di luminosità accettabile: per l’incolumità degli atleti, per vedere le segnalazioni, per controllare gli avversari. Togliete 5 punti se esistono tratti di visibilità scadente.
I premi – Ovviamente i premi dipendono dal budget, ma per chi ama la corsa non devono essere importanti: è giusto pertanto assolvere organizzatori che hanno realizzato un’ottima manifestazione, ma sono stati un po’ stretti con i premi. L’unica avvertenza è che siano sensati, relativamente alla fatica che si fa per conquistarli. Occorre tener conto della numerosità delle varie categorie (sia maschili sia femminili) e di un tempo massimo, fondamentale per evitare di premiare in una gara agonistica chi si è fermato a scattare qualche foto, tanto era certo di vincere perché era l’unico della sua categoria. Togliete 5 punti se i premi non sono sensati relativamente alla manifestazione.
Il massimo è 50 punti: una buona manifestazione dovrebbe avere almeno 35 punti.