• HOME
  • CORSA E SPORT
    • Chi siamo
    • Video
    • Pubblicità
    • Contatti
  • Corsa
    • Corsa
    • Running
    • Maratona
  • Ciclismo
  • Palestra
  • Altri sport
  • Medicina sportiva
  • albanesi.it

Corsa: come affrontare una curva in gara

Affrontare una curva in gara può essere fatto in modi differenti a seconda di alcuni parametri, ovvero la velocità, la fatica pre-curva, la fatica post-curva e gli avversari. Di seguito li analizziamo nel dettaglio.

La velocità – Quanto più la velocità è maggiore tanto più la curva deve essere dolce. Se si sta andando molto piano (per esempio sopra ai 5’/km) conta la distanza minore perché i tempi di frenata per correggere la distanza sono minimi. Se invece si sta andando forte (per esempio a 3’/km) quello che conta è la dolcezza della curva, non frenare troppo: si faranno magari anche 2 m in più, ma alla stessa velocità, mentre, se si vuole cercare la distanza minore, si arriverà spesso quasi a fermarsi e a dover ripartire da una bassa velocità.

La fatica pre-curva – Anche in questo caso è opportuno evitare accelerazioni/decelerazioni che potrebbero addirittura favorire un infortunio. Il caso classico è quello dei marciapiedi. A seconda dell’altezza, si farà una certa fatica a salirvi sopra. Se la fatica non è il limitatore principale (come all’inizio di una gara breve dove muscolarmente si sta bene) si possono affrontare salendoci sopra; discorso diverso è nei km finali di una maratona, soprattutto se lo sforzo equivale a quello di aumentare di 10-20″/km.

La fatica post-curva – Anche nei casi in cui si sta muscolarmente bene e si può tagliare al meglio al curva (distanza minima), occorre valutare se lo sforzo non sia penalizzante per il prosieguo della gara e cioè non innalzi il lattato a livelli indesiderati.

Di solito, per un marciapiede normale o una curva a gomito in cui si cerca la distanza minima, la fatica di mantenere la stessa velocità (anziché rallentare e ripartire) non deve essere tale che quando si riprende ci si senta iperaffannati. Il caso classico è quando per minimizzare il percorso si taglia su terreno che non risponde come il classico asfalto, per esempio si taglia su un’aiuola: salire sul marciapiedi, fare 3-4 m su erba e poi scendere ha un dispendio energetico che non è bilanciato dai pochi metri guadagnati, tanto che in una gara tirata al massimo, il poco vantaggio che prendiamo su un avversario che prende la curva dolce va perso nei 100 m successivi perché l’avversario ha conservato una maggiore freschezza.

Ovviamente, se stiamo andando sottoritmo (per esempio perché accompagniamo un amico generalmente più lento di noi), fatica pre-curva e post-curva non esistono e ha senso sempre cercare la distanza minima.

Gli avversari – I runner durante la gara non devono fare come le vetture di Formula 1 e cercare di superare in curva. Il dispendio energetico del sorpasso è notevole e spesso si rivela un fuoco di paglia. Se, per esempio, si è partiti molto indietro e si è rallentati da runner più lenti, è opportuno superarli in condizioni di linearità del percorso. Tutto ciò ci dice che in gare brevi e percorsi molto contorti, partire davanti è essenziale!

affrontare una curva in gara

Affrontare una curva in gara può essere fatto in modi differenti a seconda di alcuni parametri, ovvero la velocità, la fatica pre-curva, la fatica post-curva e gli avversari

Condividi:
  • Share via Facebook
  • Share via Twitter
  • Share via Email


L'IDEA REGALO

manuale completo della corsa Frutto di una trentennale esperienza nel mondo della corsa, Il Manuale completo della corsa raccoglie tutto (oltre 500 pagine) ciò che oggi si conosce su questa meravigliosa pratica sportiva. La corsa è analizzata sotto i vari aspetti, da quello semplicemente salutistico fino ad arrivare a quello agonistico. È l'opera ideale per accompagnare il principiante nei suoi primi passi, ma anche per capire tutti i fini meccanismi che si mettono in moto per arrivare al vertice della prestazione.


NOVITÀ 2023

La teoria della personalità

Conoscere e interagire con gli altri significa capire la loro personalità. Ci si può riuscire intuitivamente, ma spesso il risultato è mediocre. Questo testo è fondamentale per imparare a conoscere la personalità delle persone con cui ci relazioniamo, e migliorare la qualità della vita negli affetti e nel lavoro. Una buona teoria della personalità arriva persino a rispondere positivamente a un’importante domanda: esiste una personalità ideale nel cammino verso la felicità? Il testo diventa quindi anche uno strumento per conoscere sé stessi e migliorare la propria personalità eliminando i difetti che possono avvelenare la nostra vita. la teoria della personalità

Thea – San Martino Siccomario (PV) © 2000 - 2023 | P.IVA 01527800187 | Tutti i diritti riservati