Cadere mentre ci si sta allenando è meno raro di quanto si pensi. Ovviamente, il discorso diventa interessante quando sul percorso ci siano insidie che però non necessariamente portano alla caduta; in altri termini, non tutti i runner cadrebbero in quelle circostanze. Il caso che vogliamo esaminare è quindi quello legato al modo di correre del runner. Se chi corre ha una corsa efficiente ed elastica è abbastanza difficile cadere accidentalmente; altrettanto difficile per chi non ha una corsa efficiente, ma, magari provenendo da altri sport, ha una corsa troppo rimbalzante, tipica dei giocatori di basket o dei saltatori in alto. La caduta “non prevista” deriva sempre da una falcata con un’elevazione troppo bassa, tale da prendere un ostacolo con la punta del piede senza che questo abbia concluso la fase d’appoggio. La caduta può essere recuperata se il soggetto è giovane e muscoloso, perché i riflessi della gamba che provoca la caduta la richiamano velocemente in alto, evitando la caduta o, al più, trasformandola in un ruzzolone con più appoggi che evitano un impatto secco. Anche nel caso del giovane dotato di muscoli è però importante che ci sia attenzione perché tutto si basa sui riflessi che attivano la reazione all’imprevisto: se il runner è “distratto” la caduta sarà comunque inevitabile.
La distrazione non sempre è dovuta a scarsa attenzione, ma può derivare anche da una certa sicurezza, per esempio correre su una ciclabile e incontrare un’imprevista radice che rende in quel punto il fondo completamente sconnesso. In un comune del Pavese si è deciso l’abbattimento di 75 platani (piantati senza cognizione di causa ai lati della pista ciclabile) perché avevano distrutto il selciato rendendo pericoloso non solo correre, ma anche passeggiare.

Quando le cadute sono frequenti, la migliore soluzione è correre sull’asfalto.
Diamo per scontato che ci sia attenzione e che la visibilità sia buona. Ovviamente, chi corre di sera o al mattino al buio ha molte più probabilità di cadere che chi corre con la luce del giorno, a parità di altre condizioni.
Domandiamoci quindi perché si può cadere, pur essendo attenti e con buona visibilità. Il motivo principale è che la falcata è troppo radente. Ciò può dipendere da diverse cause, ma due sono principali:
- il ritmo è troppo lento; non a caso si può cadere anche in riscaldamento;
- il runner è troppo stanco e incomincia a strusciare i piedi.
Il primo punto peggiora con l’età, tanto che ogni ritmo più lento rispetto ai 5’30″/km è a rischio, a meno che il soggetto non possieda un’elasticità notevole che lo spinge comunque in alto.
Poco pregio ha il potenziamento muscolare perché di fatto non serve per non strusciare se il ritmo è troppo lento.
Ovviamente un fondo sconnesso non è il massimo, ma non lo è nemmeno un fondo erboso dove i vari ciuffi d’erba ben radicati possono diventare ostacoli “insuperabili”.
Se le cadute sono frequenti, non resta che una soluzione: correre sull’asfalto.
Cosa fare quando si cade?
Dalla mia esperienza chi ha giocato a calcio non ha grossi problemi quando cade perché, se conserva un minimo di memoria muscolo-articolare, cade nel modo corretto: appena sente che è iniziata la caduta non si spaventa e semplicemente protende entrambe le braccia in avanti, evitando la caduta di lato. Il movimento è quindi molto simile a quello di un calciatore falciato da un avversario.