Il consiglio di assumere aminoacidi (ramificati o no che siano) per migliorare la prestazione sportiva ha qualche fondamento scientifico? Per rispondere esaurientemente occorre considerare su quali osservazioni si basa il presunto miglioramento. Il ragionamento è il seguente: la corsa prolungata produce un catabolismo muscolare dovuto sia a microtraumi sia all’impiego a scopi energetici delle proteine dei muscoli. Questo consumo è variabile da soggetto a soggetto e dipende dalle scorte di glicogeno, dall’intensità, ma soprattutto dalla durata dello sforzo. Se consideriamo una maratona (la condizione più favorevole per i sostenitori dell’assunzione di aminoacidi per contrastare il catabolismo muscolare), il consumo può variare da un 6% a un 12%, diciamo mediamente un 10%. Pertanto un soggetto di circa 70 kg che consuma 3.000 kcal durante una maratona, spenderà 300 kcal circa provenienti da fonti proteiche. Un dato rilevante che giustifica sicuramente in fase di recupero l’assunzione di aminoacidi; infatti con la dieta non è possibile reintegrare a breve 75 g di proteine (si legga l’articolo Qualità delle proteine), corrispondenti a 300 kcal.
È con ragionamenti simili che si arriva a concludere che per un recupero veloce per allenamenti che superino i 50′ circa è consigliabile assumere aminoacidi (ramificati).
Si noti però che gli aminoacidi assunti per recuperare aiutano l’alimentazione, non la sostituiscono: servono cioè a far recuperare prima; chi corre tre volte alla settimana può benissimo evitare ogni integrazione perché l’alimentazione fra due allenamenti è in grado di ripristinare la situazione ottimale. Ben diversa è la situazione pre- o durante la gara. Infatti, assumere anche 10 g di aminoacidi (ramificati, glutammina) se qualitativamente potrebbe servire, quantitativamente ha poco senso. Se facciamo due conti si scopre che 10 g di aminoacidi permettono energeticamente a un atleta di 70 kg di coprire la bellezza di circa 600 metri!
Cioè praticamente a livello della prestazione non cambia nulla: chi è allenato deve concludere la maratona o l’allenamento lungo avendo ancora un’autonomia energetica di 600 metri, perché terminare in condizioni alla Filippide è veramente da suicidi.
Inoltre, occorre rilevare che l’assunzione degli aminoacidi mentre si corre obbliga l’organismo a una digestione supplementare e a una ricostruzione che sotto sforzo non è poi così automatica: è pertanto probabile che il vantaggio reale sia molto inferiore ai teorici 600 m.

Gli aminoacidi ramificati sono tre aminoacidi essenziali denominati leucina, isoleucina e valina